Neanche il tempo di gioire o piangere per la vittoria che ad Assisi si pensa già al “dopo di lei”. Se la sindaca Stefania Proietti avesse perso le elezioni sarebbe rimasta prima cittadina e avrebbe traghettato la città fino al 2026, invece ora si voterà entro i primi sei mesi del 2025.
E se un pensiero va alla “civica” Proietti, che ha vinto con 21 mila voti in più rispetto alle liste ma governerà con 9 consiglieri del Pd e con molto meno civismo di quanto probabilmente le sarebbe piaciuto e l’avrebbe aiutata a governare replicando “Modello Assisi” dove grazie alle civiche si tengono a bada i partiti, in città già si pensa a quali nomi e dinamiche si muoveranno nei prossimi mesi.
Se da un lato il centrosinistra sembra partire avvantaggiato, anche in casa centrodestra ci sono buoni motivi per sperare e si cerca un nome che sia spendibile anche alla luce dei tanti importanti appuntamenti che aspettano la città nei prossimi due anni. Perché il sindaco di Assisi, oramai è sempre più chiaro, non è solo il sindaco di un paese di 26.000 abitanti. Con tutto quello che comporta in termini di lavoro e visibilità.
In casa centrosinistra si parte avvantaggiati dopo 8 anni di governo; anni fortemente segnati, però, da una sindaca tutto fare, presentissima spesso a scapito dei suoi alleati ma anche e soprattutto della sua giunta spesso messa in ombra. Scherzando ma non troppo qualcuno dice che ogni tanto bisogna fare mente locale per ricordarsi di alcuni assessori (come anche, dall’altra parte, di alcuni consiglieri di minoranza che non hanno più parlato da dopo l’elezione di tre anni fa) che sono stati “schiacciati” da una prima cittadina che ha fatto in modo di tenersi molte deleghe pesanti e di poter avere sempre l’ultima parola su tutte le vicende di un certo rilievo.
In una città che spesso va avanti da sola per mille motivi (san Francesco, qualche evento che porta fondi per opere e infrastrutture, i turisti che in un modo o nell’altro arrivano o tornano), l’assenza della sindaca per qualche mese in campagna elettorale non si è granché sentita. Peccato però, a livello elettorale, che assessori e consiglieri i non ne abbiano in qualche modo approfittato per cercare un po’ di posto al sole e anzi sono anche tutto sommato sembrati disinteressati alle vicende “nostrane”. Uno degli ultimi consigli comunali è stato interessante solo per la mozione di sfiducia strumentale e che infatti è caduta nel vuoto. Per il resto, mentre i due papabili alla carica di sindaco – il vicesindaco Valter Stoppini che diventerà a breve sindaco facente funzione e l’assessore Veronica Cavallucci che, in una sorta di investitura indiretta, è stata nominata presidente di Umbria Domani – sembravano più impegnati a sostenere la sindaca alle regionali che alla città. Legittimo, ma ora è ora di tornare al lavoro pensando ad Assiso.
Ovviamente il successore di Stefania Proietti difficilmente sarà scelto senza… Stefania Proietti – che non ha mai fatto mistero che, se non le avessero chiesto un atto di coraggio, sarebbe ben volentieri rimasta a fare la prima cittadina con la non troppo segreta speranza di diventare l’Arnaldo Fortini degli anni 2000 e che se avesse perso sarebbe rimasta sindaco invece di diventare consigliere regionale . La sindaca, spesso dialogando in prima persona com le varie realtà, ha impostato il lavoro per i prossimi appuntamenti, e avrà più di una parola sulla successione e sulla persona che la sostituirà per Giubileo e Ottocentenario.
Sul fronte voto, ad Assisi le regionali hanno grosso modo confermato gli equilibri delle comunali, perlomeno per quanto riguarda le formazioni principali: fatte salve le dinamiche diverse, il Pd diventa il primo partito ma prende meno voti (erano 2.327, diventano 2.251 ma in compenso la percentuale passa dal 17 al 21), mentre Umbria Domani – Proietti Presidente che ricalca l’esperienza di Assisi Domani prende 1282 voti e il 12,36%, la metà di della civica della prima cittadina che ne aveva presi 2.500 più gli altri 1.107 di Assisi Civica. Tiene anche il Movimento 5 Stelle (passa da 634 voti a 534, con un leggero aumento di percentuale da 4,7 a 5,18). In totale la coalizione di centrosinistra ha preso il 49,27, poco meno rispetto al 50,24 che permisero la riconferma di Proietti alle Comunali.
In casa centrodestra ci si lecca le ferite per la sconfitta, ma – in ottica comunali – non troppo: rispetto alle comunali i punti guadagnati in percentuale sono 6, 48,38% per Tesei contro 42,43% per Cosimetti. Detto che uno zoccolo duro di voti c’è, rimane da capire quanto però l’opposizione, spesso e volentieri silente a partire da un candidato sindaco votato comunque da quattro decimi dei cittadini, riuscirà a conquistare, in sei mesi, i cuori degli elettori indecisi. Per aiutare la Tesei il centrodestra locale aveva confezionato una serie di pillole video del tipo “Modello Assisi? No grazie”, ma i cittadini assisani hanno comunque votato la sindaca e non è chiaro se tutti lo abbiano fatto – come dicevano alcuni tra il serio e il faceto, anche lato Proietti – perché “c’è cho la vota perché la vota e chi la vota per mandarla via da Assisi indirizzandola alla Regione”.
E se la Lega crolla perdendo per strada metà dei voti (da quasi 1800 a 920), complice anche l’addio dell’assisano Stefano Pastorelli verso Forza Italia (che per contro sale da 846 voti delle comunali in “comunione” con l’Unione di centro – che stavolta si presentava da sola e ha preso in città 30 voti – ai quasi 1600 di queste regionali), Fratelli d’Italia conquista 300 voti passando da quasi 1700 a oltre 2000. Altri 800 voti arrivano dalle formazioni della Tesei, da Noi Moderati e da Alternativa Popolare.
Bisognerà poi capire quali candidati il centrodestra metterà in campo, non solo per i veleni che il passaggio di Pastorelli, uno dei papabili, da Lega a FI ha comportato, ma anche perché oltre al modello del fare c’è anche bisogno di qualcuno di spendibile e “affabulatore”, Proietti-style, che, come detto, possa parlare di Assisi al mondo e non solo pensare a buche e lavori pubblici. Il modello Assisi versione fare è l’argomento preferito del centrodestra che però, negli ultimi anni, su un tema cruciale come il turismo, ha sempre detto a mezza bocca o apertis verbis che avrebbe chiamato qualche esperto esterno, se non addirittura (in tempi di social, marketing, turismo esperienziale e similari) che “San Francesco e Santa Chiara sono tutto quello che serve, altro che la pubblicità”.
Certo, se poi l’opposizione non comincerà a fare “seriamente” il suo lavoro, invece che perdersi in polemiche tutto sommato inutili, la strada sarà in salita; con buona pace di chi vorrebbe tornare a sedersi sullo scranno cittadino più alto a quasi dieci anni dall’ultima volta.
Alle Comunali si ricomincia da zero a zero: ricordando, a tutti, che il bene principale è quello della città e non il proprio destino.