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AD AGOSTO SARANNO EROGATI I PRIMI CONTRIBUTI DEL FONDO DI SOLIDARIETA' DELLE CHIESE UMBRE

Nel primo mese e mezzo di attivazione del “Fondo di solidarietà delle chiese umbre” presso i sedici “Centri di accoglienza” dove vengono raccolte le domande sono pervenute più di 200 richieste di aiuto.

Questi “Centri” sono attivi presso le sedi Caritas di Assisi, Città di Castello, Foligno, Gubbio, Umbertide, Orvieto, Todi, Perugia, Città delle Pieve, Spoleto, Norcia, Arrone-Ferentillo, Bevagna, Terni, Narni e Amelia. La loro attività è svolta anche in collaborazione con le Acli, i sindacati ed in stretto rapporto con le parrocchie, creando una rete che aiuta non poco a centrare l'obiettivo del “Fondo di solidarietà”, quello di venire incontro alle famiglie in difficoltà nel più breve tempo possibile ed indicando loro anche altri canali di aiuto attivati delle Istituzioni civili locali.

Le prime famiglie beneficiarie del contributo del “Fondo”, che attualmente ammonta a più di un milione di euro (inclusa la somma di 500mila euro deliberata di recente dalle Fondazioni delle Casse Risparmio dell'Umbria), lo avranno entro il mese di agosto e sarà di un importo fino ad un massimo di 500,00 euro mensili per un anno.

Il “Fondo” resterà operativo per un triennio, in quanto, secondo autorevoli esperti, questo sarà il tempo di durata della crisi e dei suoi effetti.

Per chi volesse sostenere economicamente l'attività del “Fondo”, può farlo versando un contributo tramite bonifico bancario sul conto corrente intestato a Conferenza Episcopale Umbra: “Fondo di solidarietà delle Chiese umbre”, presso CARISPO filiale di Perugia (via Martiri dei Lager, 74) IBAN IT 18 F 06315 03000 000000081040.

Le domande che man mano vengono presentate dagli interessati ai “Centri Accoglienza”, sono inviate alla “Commissione Diocesana di Solidarietà”, organo nominato dal vescovo e presieduto dal direttore della Caritas diocesana.

Questa “Commissione” ha il compito di procedere alla valutazione della rispondenza delle istanze presentate ai requisiti previsti e richiesti dal regolamento del “Fondo” e di selezionare le richieste individuate ed inviarle al giudizio del “Consiglio di gestione del Fondo” (organo regionale).

I nuclei familiari che non dovessero rientrare nei requisiti fondamentali per accedere al “Fondo”, vengono aiutati comunque dalle Caritas diocesane.