Città di Castello

Acque inquinate a Umbertide, chiuso altro pozzo | M5S “Necessario Piano di caratterizzazione”

Torna a riaccendersi l’allarme inquinamento per le falde acquifere di Umbertide. Dopo l’ennesima ordinanza di divieto di utilizzo dell’acqua di un pozzo di proprietà in zona Madonna del Moro, “sia per uso potabile che irriguo rivolto alla produzione di alimenti”, emessa ieri (venerdì 12 maggio) dal sindaco Marco Locchi, il Movimento 5 Stelle locale torna all’attacco.

Era l’inizio del 2016 – ricordano i pentastellati – quando lanciammo l’allarme dei 4 pozzi inquinati in zona Madonna del Moro, che si andavano a sommare a quelli della zona industriale Buzzacchero chiusi nel 2014”.

Nel giro di poco tempo l’inquinamento si è allargato, portando alla chiusura di altri pozzi ancora nella zona di Madonna del Moro (emesse 9 ordinanze il 13 maggio 2016 e altre 5 il 6 luglio).

I valori dei campionamenti delle acque sotterranee analizzate, allora come ieri, presentavano il superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione di tetracloroetilene e di tricloroetilene, entrambe inserite dallo IARC (International Agency for Research on Cancer) nel gruppo 1, cioè tra le sostanze più pericolose per il cancro.

Il M5S torna quindi a ribadire la necessità di fare un Piano di caratterizzazione (insieme di attività utili a ricostruire i fenomeni di contaminazione e stabilire eventuali interventi per la messa in sicurezza e bonifica del sito, ndr), “quello che l’Amministrazione – dicono – avrebbe dovuto fare nel 2014 subito dopo i primi inquinamenti”.

La zona di Umbertide, ad ovest della strada statale, è quasi tutta contaminata da tetracloroetilene e tricloroetilene e ormai l’inquinamento comincia a spingersi anche nella zona ad est della strada statale

Lo scorso 18 ottobre – concludono i pentastellati – venne convocata una commissione comunale per discutere di questo grave problema ma il tutto si concluse con un nulla di fatto. Non abbiamo capito cosa intenda fare l’Amministrazione, se non continuare ad aspettare che la Regione trovi risorse per la realizzazione di un Piano di caratterizzazione per lo studio della falda (nel 2014 la somma necessaria per la realizzazione di questo piano, ammontava a 65.000 euro)”.