Nella giornata di ieri si è tenuto il tavolo istituzionale fra AMI- Acque Minerali d’Italia, sigle sindacali FAI CISL, FLAI CGIL e UILA UIL nazionali e territoriali, assessori delle regioni interessate e rappresentanti del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero del Lavoro.
Secondo quanto riferito dai sindacati l’azienda avrebbe confermato di aver depositato il piano concordatario presso il Tribunale di Milano, il quale si dovrebbe esprimere in merito verso la metà di gennaio. Nonostante la grande riservatezza da parte dell’azienda sull’identità degli investitori, i sindacati rendono noto che ci sarebbero due investitori di grande rilievo finanziario, fondi di investimento dalla forte vocazione imprenditoriale.
“Ci è stato anticipato che sarà necessario attuare un processo di ristrutturazione, anche a livello occupazionale – spiegano in una nota congiunta le sigle sindacali – Verrà utilizzato inizialmente lo strumento della Cassa Covid (in modo ancora più rilevante rispetto ad ora) e successivamente quello della cassa straordinaria, per giungere sino alla fine del 2021 e tentare di rilanciare l’azienda. Per quanto riguarda i siti umbri, sia la regione Umbria sia i sindacati hanno ricordato all’azienda che nonostante si sia già fatto ricorso alla cassa straordinaria per ristrutturazione e riorganizzazione, essendo l’area del ternano un’area di crisi complessa, si potrebbe derogare alle normative e utilizzare un nuovo ammortizzatore sociale”.
I sindacati esprimono comunque perplessità sulla massima riservatezza dell’azienda su alcuni temi fondamentali, come gli investimenti che verranno fatti, il potenziamento della rete commerciale, come spingere sui marchi storici per aumentare i volumi, tutti aspetti determinanti “per capire quali saranno le necessità occupazionali e di organizzazione del lavoro. Ed ancora – sottolineano i sindacati – sarebbe necessario comprendere le cause di una più bassa produttività di due siti dai marchi notevoli, quali Sangemini e Gaudianello”.