Gubbio e Gualdo

Accusato di frode fiscale per 100 milioni di dollari, broker estradato negli Stati Uniti

È stato accompagnato ieri mattina (1 ottobre), dal personale della Polizia penitenziaria di Perugia, all’aeroporto di Roma Fiumicino, per essere estradato in America il 64enne olandese accusato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa contro il Governo statunitense.

L’uomo è stato consegnato dagli agenti ai funzionari della polizia americana incaricati di accompagnare l’accusato negli Stati Uniti, dove dovrà scontare una pena che potrebbe arrivare fino a 8 anni di reclusione.

L’arresto dell’olandese, eseguito dai carabinieri a Valfabbrica, era stato convalidato dalla Corte d’Appello di Perugia a marzo scorso, su richiesta del Procuratore Generale di Perugia. Il noto avvocato e consulente finanziario, era stato colpito da mandato di arresto internazionale, emesso dal Tribunale degli Stati Uniti per il Distretto Meridionale di New York, per aver messo in atto una truffa da 100 milioni di dollari.

L’uomo era stato individuato nella sua casa umbra a seguito di indagini svolte grazie alla collaborazione tra autorità statunitensi e Guardia di Finanza, che si è avvalsa dell’ufficiale del Corpo, distaccato in qualità di esperto presso l’Ambasciata di Washington e del II Reparto del Comando Generale.

Il broker è anche accusato aiuto e assistenza nella predisposizione di dichiarazioni dei redditi false e fraudolente a favore di due noti DJ, i quali non risultano però coinvolti nel procedimento di estradizione. Secondo le autorità americane il 64enne è gravemente indiziato di aver ideato e gestito complessi sistemi di evasione fiscale a livello internazionale per clienti di primario rilievo – i due DJ di musica dance elettronica sono tra i più pagati al mondo – tramite la costituzione di società di comodo a Cipro, creando schemi e interponendo trust finanziari, consentendo così ai due clienti di sottrarsi agli obblighi fiscali verso gli Stati Uniti.

L’estradato si trovava ristretto presso il carcere di Capanne a seguito della sentenza dei giudici perugini, che hanno così accolto la richiesta delle autorità statunitensi, riconoscendo quindi la gravità dei reati ascritti.