La vittoria al Tar dell'Umbria di un imprenditore spoletino destinatario di un divieto dopo una denuncia della polizia provinciale
Accusato di bracconaggio, senza prove e senza condanna, può riavere i fucili da caccia dopo 12 anni. Si è conclusa con una vittoria al Tar la vicenda che ha coinvolto un noto imprenditore spoletino, iniziata nel 2010. Quando la Prefettura aveva emesso nei suoi confronti un decreto con il quale gli vietava di detenere appunto armi e munizioni.
Provvedimento che era stato emesso sulla base di una denuncia della polizia provinciale, dalla quale era scaturito un procedimento penale conclusosi con l’assoluzione dell’imprenditore per avvenuta prescrizione.
L’annullamento, da parte del Tar dell’Umbria, del decreto della Prefettura è stato ottenuto su istanza dell’avvocato della Libera Caccia dell’Umbria, Marzio Vaccari. Il quale aveva sottolineato nel ricorso come il divieto di detenere armi fosse ormai immotivato, non avendo l’Amministrazione svolto alcuna valutazione in ordine alla personalità complessiva del ricorrente ed alla sua storia di vita successiva al decreto della Prefettura.
Decreto emesso, tra l’altro, senza che l’imprenditore spoletino fosse stato condannato per bracconaggio. Accusa che l’interessato ha sempre respinto. Dicendo di aver sentito anche lui gli spari, frequenti anche di notte in quella zona, ma di non avere con sè alcun fucile. Quella notte in cui si sono svolti i fatti contestati, gli agenti della polizia provinciale, dopo aver sentito degli spari nelle montagne intorno a Montebibico, utilizzando un’auto civetta si sono messi all’inseguimento di una vettura, ritenendo che fosse lui alla guida dopo aver sparato ai cinghiali. Auto che non è stata raggiunta, presupponendo che l’imprenditore abbia guidato di notte a fari spenti per la strada di montagna, avendo anche il tempo di fermarsi per lasciare un’altra persona e seminando gli agenti della provinciale. “Lo hanno accusato di essere fuggito in auto di notte a fari spenti dalla cima di Montebibico. Nemmeno avesse avuto le capacità di guida di Diabolik” ha osservato l’avvocato Vaccari dopo l’esito positivo della vicenda per il suo assistito.
Che ora, caduto il divieto, potrà fare domanda per riavere il porto d’armi e tornare alla caccia, da sempre una sua grande passione.