Avrebbe abusato della figlia minorenne con una frequenza quasi settimanale. Rapporti completi e orali, approfittando dei momenti in cui la moglie usciva di casa per commissioni varie o per andare a prendere a scuola l’altra figlia più piccola. Con queste pesantissime accuse è finito a processo un uomo di poco sopra ai 60 anni, residente nel comprensorio spoletino. Stando al quadro accusatorio, l’imputato avrebbe costretto in più di una occasione la figlia a dei rapporti completi, mentre in altre occasioni si sarebbe ‘limitato’, se così si può dire, a rapporti orali. La circostanza di cui l’uomo approfittava più spesso era la contemporanea assenza da casa della moglie e della figlia più piccola.
L’incubo della ragazzina sarebbe durato quattro lunghi anni, dal 2010 al 2014. Lei non aveva nemmeno 16 anni. Il padre avrebbe approfittato di lei anche nelle camere degli alberghi in cui ogni tanto si recavano per la competizioni sportive a cui la giovanissima partecipava. Quando lei si trasferì insieme alla madre nel nord Italia per sfuggire alle presunte violenze l’uomo, che è al momento sottoposto al regime degli arresti domiciliari, si sarebbe reso protagonista di pesanti ingiurie e minacce telefoniche sia nei confronti della moglie che della figlia, proseguite fino a pochissimi mesi fa.
Nei giorni scorsi si è aperto il processo di fronte al collegio penale del tribunale di Spoleto composto dai giudici Fornaci, Anibaldi e Marzullo. In aula si tenterà di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti, portata alla luce proprio dalla ragazza che trovò il coraggio di raccontare tutto alla madre. Il legale difensore dell’imputato ha già avanzato alcune eccezioni preliminari e chiesto che vengano escussi alcuni medici che visitarono la giovanissima all’epoca dei fatti addebitati all’imputato.
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