E' stato finalmente raggiunto l'accordo tra la Cementir ed i sindacati confederali in merito alla decisione dell'azienda di mettere in mobilità 68 dipendenti.
Ieri, infatti, nella sede del Ministero del Lavoro a Roma, i rappresentati delle tre sigle sindacali e quelli dell'azienda, si sono incontrati nel pomeriggio, per quello che era a tutti gli effetti l'ultimo tentativo utile per raggiungere un accordo. Dopo ben 6 ore di tavolo, ed un tira e molla da entrambe le parti, i sindacati e l'azienda sono riusciti ad apporre le rispettive firme sull'intesa .
Cisl e Cgil, si dicono soddisfatte per il risultato raggiunto, che ha portato, in primis, ad una diminuzione dei contratti interessati alla mobilità. Sul territorio nazionale, infatti, si è passati da 68 contratti a 42 e, in particolare per lo stabilimento di Spoleto il numero dei dipendenti che entro il 31 dicembre andrà in mobilità, è passato da 18 a 9. Un risultato che dimezza il numero degli operai spoletini interessati e che non sacrifica nessuno. “E' un buon risultato – spiega Emanuele Petrini della Filca-Cisl – visto che in mobilità andranno nove operai che hanno tutti i requisiti per il prepensionamento”.
Altro aspetto su cui si erano nelle scorse settimane arenate le trattative, era l'indennizzo per il pareggio dello stipendio. I sindacati chiedevano il 100%, l'azienda si era fermata all'87%. Ieri, invece, l'accordo è stato raggiunto sul 95% “è quasi il massimo a cui si poteva arrivare” – commenta Petrini. L'azienda si è quindi impegnata ad integrare la mobilità pagata dall'Inps fino al 95% dello stipendio percepito. Inoltre, come sottolinea Gianluca Menichini della Fillea – Cgil, “siamo soddisfatti perché questo permetterà agli operai interessati di percepire, nei 36 mesi, una cifra solo leggermente inferiore allo stipendio di contratto”. Inoltre il pareggio, a cui la Holding ha acconsentito, delle 36 mensilità al 95% sarà erogato in una sola rata, aspetto questo che, Menichini giudica favorevolmente.
Il fronte su cui invece i sindacati hanno dovuto cedere, a dispetto della riduzione dei contratti di mobilità e del pareggio dello stipendio, è stato l'incentivo. Una sorta di contropartita economica che, per prassi, l'azienda dovrebbe erogare a quei dipendenti che decidono, volontariamente, di rispondere alla richiesta della messa in mobilità.
In conclusione, e come si è anticipato, i sindacati valutano molto positivamente il risultato raggiunto anche se, Petrini già guarda al futuro, annunciando che a breve richiederà un incontro con i dirigenti dello stabilimento spoletino per capire, quale sarà la futura politica occupazione, “è necessario – sostiene il sindacalista – avere delle garanzie sul sito di Spoleto, capire se l'organico sarà integrato e soprattutto come sarà integrato, se saranno favoriti i dipendenti dell'indotto o saranno messe in campo altre politiche, il tutto per permettere un ritorno alla normalità occupazionale.”
(C.F.)