Nella giornata di oggi, 9 ottobre, nei locali del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, si è svolto un incontro tra le Organizzazioni Sindacali Nazionali e territoriali, le istituzioni locali regionali e locali, con la regia del Governo nella persona del Ministro Adolfo Urso per verificare l’avanzamento degli investimenti del gruppo Arvedi Ast nel sito di Terni, nell’ambito della definizione dell’accordo di programma e del piano industriale di rilancio. Secondo quanto riferito dai portavoce della Cisl, in particolare dal segretario nazionale Fim, Valerio D’Alò e dal segretario regionale Umbria, Simone Liti, l’incontro è stato ancora una volta interlocutorio e non risolutivo, con il Governo che sostanzialmente ha preso ancora tempo e con il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, che ha incalzato lo stesso Ministro ritenendo che, come riportato dalla nota del sindacato, “è lontana la firma di un accordo di programma accusando gruppo Arvedi di ricattare il territorio sulla stipula dello stesso”.
Sempre secondo quanto riferito dalla Cisl, il Ministro ha intanto comunicato la volontà di redigere, come fatto per l’automotive, un “No Paper” sulla siderurgia “in quanto l’attuale meccanismo del CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism) può penalizzare pesantemente le aziende siderurgiche europee, mentre il dott. Calabro’ conferma gli impegni del Governo nell’accompagnare il piano di investimenti e la realizzazione dell’accordo di programma. Non da meno un percorso che assicuri un costo calmierato dell’energia fino al 2029”.
“L’azienda da parte sua conferma la volontà di portare a termine gli investimenti così come programmati con 240 milioni impegnati su efficientamento degli impianti, 140 milioni su interventi impiantistici, 27 milioni su elettrolizzatori, 109 su salute e sicurezza, 411 milioni su acciaio magnetico – si legge ancora nella nota della Cisl – Come Fim abbiamo lanciato un allarme al governo. Queste continue contraddizioni tra le istituzioni locali e le aziende coinvolte non aiutano il confronto e la realizzazione degli investimenti, anzi, possono solo danneggiare e rallentare i tempi di rilancio e dell’occupazione”.
“Questo si sta verificando a Terni ma anche a Piombino e a Taranto, tutte situazioni in cui le istituzioni locali e le aziende coinvolte, non lavorano insieme per favorire gli investimenti ma anzi, li penalizzano scaricando di fatto sui lavoratori e le loro famiglie i costi che devono continuare a sopravvivere attraverso gli ammortizzatori sociali. Per questo abbiamo chiesto di definire un percorso che ci porti alla discussione di dettaglio del piano industriale, anche alla luce delle sue modifiche emerse e che il Governo eserciti la sua influenza perché le parti coinvolte possano addivenire a un accordo di programma, con l’obiettivo comune di creare le giuste condizioni di rilancio del sito garantendo al contempo le condizioni di sostenibilità ambientale e la piena occupazione con l’utilizzo degli impianti di produzione di laminati, fucinati e tubi”.
“Diamo una valutazione non positiva dell’incontro. L’accordo di Programma per Acciai Speciali Terni registra un nuovo nulla di fatto. Occorre al più presto risolvere le incertezze che da troppi anni colpiscono le condizioni dei lavoratori e impediscono un reale sviluppo del futuro industriale dell’azienda, dell’intero territorio ternano e della siderurgia italiana”. È quanto dichiarano al termine dell’incontro tenutosi oggi al Mimit il segretario confederale della Cgil, Pino Gesmundo, il responsabile nazionale della Siderurgia per la Fiom-Cgil, Loris Scarpa, e i segretari generali della Cgil di Terni e della Fiom-Cgil di Terni, Claudio Cipolla e Alessandro Rampiconi. “Azienda, Governo e Istituzioni locali – spiegano i dirigenti sindacali – non hanno ancora fissato una data per la conclusione del percorso, e sulla criticità dell’energia, azienda e Governo hanno preso tempo fino al 2029. Prendiamo atto, inoltre, di un rallentamento degli investimenti annunciati nelle linee guida del piano industriale del 1° aprile 2022. Riteniamo necessario e urgente che venga aperto finalmente il confronto sul piano industriale – concludono – per garantire i livelli occupazionali e il salario dei lavoratori e delle lavoratrici diretti e dell’indotto“.
“L’incontro di oggi, richiesto da tempo dalla Uilm con le altre sigle sindacali, non ha dissipato completamente i dubbi e le incertezze sulle prospettive industriali di Acciai Speciali Terni e sulla tempistica della firma dell’Accordo di Programma, nonostante le dichiarazioni ottimistiche del ministero su una fase avanzata della stesura dell’atto – quanto dichiarato da Gambardella e Lucchetti della Uilm a margine del vertice ministeriale – A fronte di questa condizione di indeterminatezza abbiamo però registrato la piena esposizione del ministro Urso che in prima persona ha confermato il suo impegno nel portare a conclusione positiva la vertenza. Gli elementi acquisiti, dalle dichiarazioni dai rappresentanti del dicastero rese nella riunione, sono stati quelli della conferma dei 240 milioni di euro di finanziamento da parte del MiMIT e del MASE; l’accordo con il Comune di Terni per la discarica e la messa in sicurezza dei suoli; la possibilità di strumenti finanziari per calmierare il prezzo dell’energia fino alla scadenza nel 2029 delle concessioni della centrale idroelettrica, scadenza nella quale si potranno individuare strumenti strutturali per la riduzione dei costi energetici”. Lo dichiarano Guglielmo Gambardella, Segretario nazionale Uilm, e Simone Lucchetti, Segretario Uilm Terni. L’azienda ha dichiarato di voler confermare il piano industriale, il volume degli investimenti ed il mantenimento dei livelli occupazionali, pur ribadendo la necessità di avere quanto prima una soluzione strutturale del prezzo dell’energia” sottolineano. Non vogliamo in alcun modo sentite parlare di un ridimensionamento sia del piano industriale che del sito ternano, perché questo territorio ha già pagato” continuano. Come Uilm abbiamo richiamato ancora una volta le istituzioni al senso di responsabilità per una rapida soluzione della vertenza da cui dipende il futuro dell’intera città ed il destino di migliaia di famiglie” aggiungono. Abbiamo, infine, chiesto di poter effettuare un incontro di monitoraggio del piano industriale, in sede aziendale, per verificarne lo stato di attuazione; i rappresentanti di Arvedi hanno già convenuto di incontrarci il prossimo 30 ottobre a Terni – concludono – Ci attendiamo, nel più breve tempo possibile, la convocazione della conferenza dei servizi presso il MIMIT”.