di Christian Cursi (*)
Nella comunicazione di massa sono sempre le tre “S” che funzionano, Sangue, Sesso e Soldi. Siamo tutti bravi a criticare giornali e giornalisti, ma rimane una domanda: siamo, noi come pubblico, corresponsabili o vittime dell’evidente degrado dell’informazione, che la Rete non ha tamponato, semmai ha accelerato? Facebook ha sdoganato video ed immagini orribili, morti in diretta ed i media li hanno seguiti. Saper che la madre del bambino (accoltellamento di Promano ndr.) fosse in cura psicologia e psichiatrica tranquillizza perché il lettore può attraverso i meccanismi di difesa pensare che la madre fosse disturbata e quindi è lei il problema. Oppure ci sono le interviste ai vicini di casa, che magari non sanno assolutamente nulla che dicono che era una famiglia fantastica ed il bambino favoloso, oppure avevano notato qualche cambiamento. Sicuramente è importante riflettere rispetto a quanto le famiglie sono lasciate sole. A volte non conoscono e non chiedono ai servizi di fornire adeguati supporti nel riconoscimento della invalidità della legge 104/92, altre volte risulta complessa l’integrazione tra servizi scolastici, sociali, privati e pubblici .
Ma se pensiamo a questo ancora una volta ci allontaniamo dalla paura che possa succedere a me e perdo la possibilità di prendermi cura di me stesso o la mia famiglia. La depressione post partum è figlia delle donne lasciate troppo sole, delle famiglia mononucleari, dell’assenza emotiva ed affettiva delle persone care. Alcune tribù accoglievano la nascita di una figlio dando alla partoriente il calore e la vicinanza di tutte le altre donne.
A questo proposito ricordo con un sorriso, la faccia di terrore che mi fece un marito in divisa a Roma quando come cura della depressione post partum della moglie alla domanda se fosse disponibile a fare qualunque cosa per il bene della moglie e del bambino gli prescrissi tre mesi rivedibili di presenza della suocera in casa. E poi mi chiese se vi erano alternative farmacologiche alla presenza della suocera. La domanda giusta è cosa posso fare io per questa persona, anche una carezza a volte è importante. Se incominciamo a pensare che dentro ognuno di noi , in questa società che corre talmente tanto da far dimenticare bambini in auto, vive un mostro che va alimentato con affetto e vicinanza e lo stesso mostro vive in ogni persona forse si potrebbe pensare che la società del futuro e i programmi dei politici dovrebbero puntare sulla formazione educativa, scolastica ed emotiva , sul senso civico e che forse il futuro della democrazia sia la solidarietà . Anche del e per il vicino di casa.
(*) Psicoterapeuta ed esperto forense