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Accoglienza post-terremoto | Fermi per almeno 6 mesi i bandi per edilizia residenziale

Bandi per l’edilizia residenziale sociale fermi per almeno sei mesi consentire l’utilizzo del patrimonio edilizio pubblico per le finalità di accoglienza delle popolazioni terremotate. Lo ha deciso la Regione Umbria con una delibera dello scorso 14 novembre, che di fatto dunque sospende il concorso emanato nel 2016 per gli alloggi attualmente disponibili. “Si tratta di una decisione assolutamente condivisibile – commenta in una nota il Sunia Cgil dell’Umbria – che porterà però a delle conseguenze molto rilevanti per le persone che si trovano in difficoltà abitativa e soprattuto quelle sottoposte a sfratto esecutivo (circa mille secondo l’ultimo conteggio in Umbria), persone che in alcuni casi sono già fuori dagli alloggi e in attesa di nuova collocazione”. Il Sunia chiede dunque alle prefetture di Perugia e Terni di tenere in considerazione questa situazione eccezionale e di calibrare di conseguenza la risposta della forza pubblica nell’esecuzione degli sfratti. Al contempo, il Sunia invita tutta la cittadinanza interessata a non presentare le domande fino al ripristino dei bandi, per evitare di perdere l’importo della marca da bollo (16 euro).

Non è invece dello stesso parere il consigliere regionale Marco Squarta (FdI), il quale, da Palazzo Cesaroni, ha così commentato: “anziché trovare una soluzione per i terremotati della Valnerina la Regione Umbria, con un provvedimento sconcertante, sospende le assegnazioni delle case popolari. È un dovere politico e morale trovare una sistemazione agli sfollati ma non si possono penalizzare le famiglie che non hanno i soldi per pagare l’affitto, per di più già assegnate con un bando del 2014. I terremotati – rileva il consigliere di opposizione – stanno vivendo un momento di enorme difficoltà ma la sospensione dei bandi per i cittadini che hanno partecipato ad una lunga procedura burocratica e hanno la necessità di una casa popolare di cui sono risultati beneficiari non può e non deve essere la soluzione al problema degli sfollati di Norcia, Cascia e Preci. Molti terremotati hanno avanzato riserve quando hanno lasciato i propri paesi per trasferirsi temporaneamente al Trasimeno. Palazzo Donini – evidenzia Squarta – non individua soluzioni di comune accordo con Governo e amministrazioni comunali per un’adeguata sistemazione ai terremotati ma costringe i Comuni a revocare un beneficio già concesso. Mi chiedo se i componenti della Giunta regionale abbiano pensato agli effetti di un simile provvedimento che penalizza i vincitori del bando. Si tratta di persone che non hanno subìto i danni del sisma ma che, evidentemente, hanno altri problemi. La Giunta regionale è riuscita ancora una volta – conclude – nell’ardua impresa di scontentare tutti senza risolvere nessun problema. Stavolta, purtroppo, entrambe le parti vivono in condizioni di grave difficoltà”.