Ada Urbani (*)
È certamente Terni, in questa fase economica, la realtà regionale più problematica. La più grande zona industriale dell’Umbria, dopo le scosse sulla chimica, è ora investita da ristrutturazioni che riguardano la grande acciaieria. Ho presentato una interrogazione per richiedere al Ministro di seguire gli sviluppi della trattativa e soprattutto di vigilare sul nuovo piano industriale che i finlandesi della OutoKumpo stanno preparando. Di mezzo, ancora una volta, in primo luogo i lavoratori, l’economia di Terni, ma anche la presenza dell’Italia tra i grandi soggetti della siderurgia mondiale. Come per la chimica, sulla siderurgia ternana si mette in discussione il ruolo dell’Italia stessa in questi settori industriali strategici perché si tratta della produzione di lavorati “di base”, che vengono, cioè, successivamente impiegati in molte altre produzioni secondarie. Sono certamente preoccupata per quanto accade nella mia città, per le famiglie che rischiano il proprio reddito e il proprio futuro. Ma come parlamentare sono anche preoccupata che il mio Paese sia messo al margine di produzioni che un tempo sono state il volano per lo sviluppo industriale nazionale e che, ancora oggi, hanno un ruolo delicato ed importante nell’economia. Non possiamo dimenticarci di questo, se no rischiamo di diventare un Paese che importa non solo le materie prime, ma anche i lavorati e semilavorati di base, creando così una pericolosa doppia dipendenza. Il momento economico internazionale, caratterizzato dall’ingresso di nuovi grandi soggetti produttori, non garantisce le nostre aziende come i Paesi che sono da sempre i nostri tradizionali partner industriali. Occorre dunque tutelare la produzione nazionale degli acciai speciali e dell’inox e a Terni mantenere e sviluppare il livello produttivo ed occupazionale. Se il ministro, come ho richiesto, attivasse l’Osservatorio unico sulla siderurgia avremmo già fatto un piccolo passo avanti.
(*) senatrice Pdl