Leo Venturi (*)
L’evolversi delle vicende che interessano il tessuto produttivo della città stanno a dimostrare che non è più sostenibile un atteggiamento “attendista delle istituzioni locali”. Si ha ormai la chiara impressione di una preoccupante incapacità della politica nel governare i processi e nell’incidere sulle scelte che stanno maturando. Le ombre che si addensano sul futuro dell’AST erano facilmente prevedibili ma nulla o poco è stato fatto per diradarle. Analoga situazione vale per il futuro della Chimica dove tutto si muove nella massima segretezza, lentezza e incertezza. “Occorre uscire dal torpore” e l’unica strada da percorrere è quella di aprire una vertenza con il Governo e la Regione per porre con forza il problema dello sviluppo del territorio, fortemente legato alle vicende dell’AST e della Chimica. Da anni sosteniamo in tutte le sedi questa linea di condotta, in quanto la complessità dei problemi e le implicazioni nazionali e internazionali impongono di alzare il livello del confronto e se è necessario della mobilitazione. Una vertenza, ancor più indispensabile oggi, per costringere il Governo ad esercitare tutto il suo peso nel contesto europeo a difesa di un sito produttivo quale quello ternano strategico per l’intero Paese. E’ ovvio che ciò non è sufficiente se unitamente non si tornano ad affrontare alcune problematiche che da oltre dieci anni sono state poste in cima alle priorità, quali quelle delle infrastrutture e dell’energia, determinanti per rafforzare la presenza industriale nel territorio. Ad oggi siamo ancora ai titoli visto che le istituzioni locali in questi lunghi anni non hanno avuto la capacità e la forza di tramutarle in scelte e obiettivi chiari e concreti da perseguire. La crisi economica e dei mercati internazionali stanno drammaticamente evidenziando quanto pesano questi ritardi e come non sia più di attualità una politica attendista, senza protagonismo e determinazione a difesa del futuro della città.
* Rappresentante dell'associazione Terni Oltre