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Aborto, minorenne di Spoleto chiede IVG senza parere genitori. Caso alla Consulta

Jac. Bru.

La Corte Costituzionale si pronuncerà il prossimo 20 giugno sulla questione di legittimità sollevata da un Giudice Tutelare del Tribunale di Spoleto circa la legge 194 del 1978, quella sull’aborto. La notizia, diffusa poco fa dall’ansa, sta rimbalzando in questi minuti sui più importanti giornali on line d’Italia. Ecco i fatti.

Il caso – La vicenda è partita proprio dalla città del Festival, quando N.F.,una giovane di 17 anni incinta, si presentò al consultorio familiare con il fidanzato, anch’egli minorenne, asserendo di voler interrompere volontariamente la gravidanza senza coinvolgere i genitori in quella delicata decisione. “Chiara e determinata” fu definita la giovane nelle relazioni degli assistenti sociali finite sulla scrivania del Giudice Tutelare. Stando a quanto trapela la ragazza avrebbe motivato la scelta di abortire dicendo di non sentirsi pronta ad avere un figlio, cha avrebbe interferito con i propri progetti di vita fino a rappresentare un vero e proprio stravolgimento esistenziale.

Esame di costituzionalità – Il Giudice in questione ha però rilevato dei contrasti tra la scelta della giovane, tutelata appunto dalla legge 194, e i principi generali della Costituzione sui diritti inviolabili dell’uomo, sollevando la questione di legittimità alla Consulta con specifico riferimento all’articolo 4, che stabilisce che può rivolgersi ad un consultorio per interrompere la gravidanza, entro i primi 90 giorni dal concepimento, «la donna che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito».

Diritti inviolabili dell’uomo – Secondo il Giudice Tutelare l’interruzione volontaria della gravidanza, seppur effettuata entro 90 giorni dal concepimento, comporta inevitabilmente la distruzione dell’embrione umano, che è stato invece riconosciuto quale soggetto da tutelare in modo assoluto dalla Corte Europea. La norma entrerebbe in conflitto, a parere del Giudice, anche con i principi generali della stessa Costituzione Italiana, in particolare con quelli della tutela dei diritti inviolabili dell'uomo (articolo 2) e del diritto fondamentale alla salute dell'individuo (articolo 32 primo comma della Costituzione). Ora non resta che attendere la pronuncia della Consulta, che in un caso o nell'altro farà certamente discutere.