Categorie: Cronaca Perugia

Aborti clandestini, cadono accuse al ginecologo rinviato a giudizio

In una conferenza stampa del 2012 Michele Saporito, notissimo ginecologo di Castiglione del Lago, confessa che il nome di quell’inchiesta che lo vede coinvolto, “Erode”, gli ha causato non pochi danni psicologici. Ieri un nuovo capitolo della vicenda che dura ormai dal 2011 è stato scritto. Michele Saporito è stato rinviato a giudizio dal Gup Alberto Avenoso, ma non per tutta la sfilza di gravi capi di imputazione per i quali era indagato.

Adesso rimangono in piedi un’accusa di peculato per delle “farfalline” sanitarie, tre carrellini e alcune siringhe, di cui sarà anche difficile dimostrare la proprietà (e il cui valore ammonterebbe anche a poche decine di euro, mentre l’accusa iniziale era per beni oltre i 100 mila euro) e una più grave, per una presunta interruzione di gravidanza provocata oltre i termini di legge, per la quale però esisterebbe già una indagine interna dell’ospedale che scagionerebbe il noto medico con tanto di ecografie dimostranti aborto spontaneo precedenti l’intervento di Saporito.  Delle tre interruzioni di gravidanza rientrate nell’inchiesta il giudice ha stabilito il non luogo a procede per due casi, in quanto il fatto non sussiste, e per il terzo appunto, secondo le difese, esistono già tutte le prove per dimostrare come si sia trattato di un aborto spontaneo.

 Le difese sono soddisfatte. Secondo gli avvocati Bisogno e Mucci, l’impianto accusatorio è stato “quasi totalmente demolito” visto che il loro assistito è stato rinviato a giudizio solo per tre capi di imputazione degli otto inizialmente contestati, ma anche per queste circostanze secondo i legali sarà facilmente dimostrabile l’innocenza dell’imputato. La vicenda che coinvolge Saporito lo vedeva accusato di aver praticato, con altri 4 indagati, a vario titolo, aborti illegali oltre i termini di legge tramite la falsificazione dei certificati medici e fatti passare per interruzioni di gravidanza a scopo terapeutico. Non solo ma anche l’interruzione di gravidanza di una paziente senza il consenso della donna che non parla e non comprende la lingua italiana “facendo sottoscriverle, mediante inganno, il consenso informato”, tra l’altro secondo le accuse con la complicità del marito. E proprio il marito Ljatif Miftari è stato rinviato a giudizio per questa accusa, mentre Saporito è stato prosciolto. Rinviata a giudizio anche l’ostetrica Serena Menicaglia, per il capo di peculato rimasto in piedi. Il processo inizierà il 1 dicembre di quest’anno.