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Abolizione provincia di Terni, Prc: “La questione non può essere affrontata soltanto nelle stanze segrete del PD”

Prc Terni

La necessità di assicurare all'Umbria la presenza di due province, riconosciuta in modo pressoché unanime dai rappresentanti delle istituzioni locali e regionali, costituisce una sfida che non si limita al solo profilo istituzionale, ma che guarda in primo luogo al rilancio produttivo ed economico della bassa Umbria, un'area su cui maggiormente si concentrano gli effetti della crisi economica globale.
Il PRC di Terni, pur ritenendo positivo l'impegno espresso a più riprese per il mantenimento della Provincia di Terni, ritiene che si debba andare oltre la logica del mero “salvataggio” dell'ente-provincia e che vada piuttosto ribadita la sua indispensabilità in quanto unica espressione democratica della cittadinanza che sovrintende alle politiche del territorio.
È evidente come tale questione non possa essere affrontata solamente nelle “segrete stanze” del Partito Democratico, la cui riunione di Sabato prossimo a Terni sarà con tutta evidenza decisiva per l'esito del Consiglio delle Autonomie Locali di fine Agosto, dove i sindaci in quota PD sono la stragrande maggioranza.
Un metodo di affrontare le sorti del nostro territorio che riteniamo appiattito sul piano istituzionale e dimentico del fatto che a governare il territorio è una coalizione, a cui forse si pensa presentare come un fatto compiuto la redistribuzione, fra le città della futura Provincia di Terni, dei ruoli nei vari ambiti di governo, da quello sanitario a quello delle funzioni comunali associate.
È evidente la necessità di un salto di qualità nel metodo e nel merito della discussione, in quanto le conseguenze dell'eventuale declassamento della città di Terni non si limitano alla perdita di importanti direzioni periferiche dello Stato o ai rischi a cui andrebbe incontro la stessa Regione Umbria. Ad essere in gioco è in primo luogo il profilo economico, sociale e culturale del nostro territorio, su cui pesa non solo la crisi, ma anche l'incapacità del Governo Monti nel produrre adeguate politiche per l'industria e per l'occupazione, come pure la debolezza manifestata dalle forze locali che lo sostengono nel rivendicare il ruolo dell'Umbria nell'economia nazionale.
La riconversione del polo chimico ternano, l'apertura di una nuova stagione per il contratto d'area di Terni-Narni-Spoleto, il sostegno alla siderurgia nella delicatissima fase di transizione che sta attraversando, il recupero del gap infrastrutturale sono tutti temi rispetto ai quali è necessario rivendicare un diretto coinvolgimento del Governo in termini di risorse, dando in questo modo maggiore efficacia alle politiche di sviluppo locali e regionali e piena sostanza al percorso di riequilibrio territoriale proposto.
In tal senso il PRC di Terni, oltre ad auspicare che nella prossima riunione del Consiglio delle Autonomie Locali si produca una piena convergenza sull'ipotesi di confermare, per l’assetto istituzionale della Provincia di Terni, il dimensionamento già delineato nella riforma sanitaria, ritiene urgente l'apertura di un confronto dentro la coalizione di centro-sinistra sulle prospettive economiche ed occupazionali del territorio, che non può e non deve essere separato, come invece si sta facendo, dalla risoluzione delle questioni istituzionali.