“Cari concittadini ternani. Chi vi sta scrivendo è un super TERNANO DOC, Terni addicted. Cresciuto a suon di porchetta, ciriole e pampepato, scampagnate a Sant’Erasmo ed ai prati di Stroncone, e la cui “ideologia” di riferimento non può che essere incarnata dalle nostre magiche “tre P”. Per richiamarne una, da “quei colori magici che ci fan venire i brividi”. Chi vi parla ha avuto ed ha la fortuna di viaggiare molto. In Italia e non solo. E viaggiare significa soprattutto conoscere nuove persone che come prima domanda ti chiedono: di dove sei? Ecco, il sottoscritto è solito rispondere con la seguente espressione: io sono UMBRO, precisamente di TERNI, un TERNANO DOC.
Il ternano che vi sta parlando ha avuto la fortuna ed il piacere di studiare nella calcisticamente tanto “detestata” Perugia. Una città strana, diversa. Insomma, “vento e scale” come sappiamo benissimo. Ma vivere lì per cinque anni mi ha permesso di sviluppare pienamente un’identità della quale sono fiero ed orgoglioso: l’identità umbra. Un’identità molto particolare. Per alcuni gassosa, per altri un po’ più liquida e per altri ancora molto solida e radicata. Un’identità unica e speciale. Da cittadino UMBRO e TERNANO la discussione che ho visto nascere in questi giorni intorno al tema “cancellazione della provincia di Terni” non può che provocarmi un forte senso di disagio, rabbia e voglia di esprimere con forza la mia opinione.
Alcuni dei toni e delle argomentazioni che ho avuto il dispiacere di ascoltare, infatti, sono più o meno i seguenti: “via la provincia di Terni, ma siamo matti! Ed ora? Che facciamo? Rimaniamo sotto Perugia o ci spostiamo verso Roma? Ma aspetta, il Lazio è una regione amministrata in maniera ridicola. Sanità, rifiuti, suddivisione delle risorse. Veramente un disastro. Mmm… Comunque, sotto Perugia, mai! Forse la scelta giusta sarebbe inventarsi qualcosa di nuovo, ma cosa? Della Repubblica Autonoma Ternana cosa ne pensi? Mmm… l’acronimo è RAT, fa troppo topo, non mi piace. Allora, come fare per tutelare i nostri interessi territoriali? Chi penserà a noi se in futuro non avremo una provincia? Come e chi difenderà i nostri bisogni, necessità e diritti nei confronti di quelli degli altri?”
Ecco, questo tipo di toni ed argomentazioni rappresentano proprio l’emblema di un tempo che ha sempre più bisogno di guardare avanti, non indietro. Di tutta un’altra visione ed idea delle relazioni sociali e dei valori che permettono ad una società di progredire, svilupparsi e prosperare. Conosco molto bene la mia generazione e so che non ripeterà gli stessi errori del passato. Molti di noi fanno parte della cosiddetta “generazione Erasmus”. Quelli che hanno avuto la fortuna di vivere e vedere crescere in loro giorno dopo giorno un’identità sempre più ricca, globale. Quelli che come me si considerano allo stesso tempo ternani, umbri, italiani, europei e cittadini del mondo. Quelli che sanno benissimo che il debito pubblico regalatoci dalle generazioni precedenti non può che avere nella visione a breve termine, egoistica e particolare la sua principale causa. Noi vogliamo essere e saremo quella generazione che invece di escludere includerà, che invece di guardare al breve termine guarderà al lungo, che quando parla di “chilometro zero” si riferisce solo ad un approccio virtuoso nei confronti dell’ambiente e dell’alimentazione e non al proprio universo simbolico di riferimento.
Per rendere migliore e far progredire la nostra società non ci sono altre medicine se non la capacità di guardare ed ambire al bene comune, di tutti, e non solo a quello personale, familiare e territoriale. Da cittadino ternano, umbro, italiano, europeo e del mondo, non posso che sentire come naturale il bisogno di lottare per spingere la comunità ternana, alla quale fieramente appartengo, di contare fino a dieci, facciamo anche venti, prima di pensare che la vera strada da seguire sia quella della divisione, dell’esclusione e della ricerca del nostro interesse a discapito ed in opposizione a quello degli altri. Chiunque questo “altri” sia.
A prescindere dal cosa succederà alla nostra istituzione provinciale ed al modo nel quale in futuro verremmo amministrati ad un livello superiore rispetto a quello cittadino, un vero ternano, perché in tutta Italia e non solo siamo amati e stimati soprattutto per questo, è quel cittadino che è sempre stato in grado di guardare oltre il proprio giardino, di accogliere, includere. Un cittadino semplice, autentico e genuino.
Proprio questi sono i valori, lo stile di vita e la visione del mondo che caratterizza non solo noi cittadini ternani, ma allo stesso tempo tutti i cittadini umbri, e che mi fa essere fiero di sottolineare con forza la mai identità umbra e ternana dovunque e con chiunque mi trovi. Il mondo, fortunatamente (e questa parola non la uso a caso), sta cambiando. E noi ternani, come la nostra storia ci insegna, abbiamo sempre saputo adattarci ad ogni circostanza. Molto spesso avendo la capacità di indicare la strada giusta da seguire e rappresentando un esempio anche al di fuori della nostra conca. Ragionare come una Repubblica Autonoma Ternana qualunque non credo stia rendendo onore alla nostra storia ed ai nostri valori”.
Diego Ceccobelli, dottorando ternano, 26 anni