Psi Umbria
“Già nel mese di giugno, il Partito socialista italiano dell’Umbria, sia con la presentazione di una mozione in Consiglio regionale, in quello provinciale di Terni e in Comune, che attraverso una specifica conferenza stampa, ha espresso viva contrarietà alla soppressione della Provincia di Terni”. A dirlo insieme, sono Aldo Potenza, Cesare Carini e Andrea Difino, rispettivamente segretari regionale e delle Federazioni provinciali di Perugia e di Terni del Psi. “Esprimemmo con estrema chiarezza che le eventuali modifiche degli assetti istituzionali – dichiarano in una nota -, specialmente quando queste riguardano enti elettivi di rilievo costituzionale, dovrebbero essere ispirate da valutazioni riguardanti il miglior assetto istituzionale necessario a rendere più efficace la partecipazione democratica dei cittadini alla gestione e al governo del proprio territorio. Osservammo che in assenza di un organico disegno istituzionale che indichi la natura complessiva dello Stato, ogni intervento rischia di essere ispirato più all’improvvisazione che alla necessità di rendere la forma dello Stato più moderna e democratica”. “Pur mantenendo le riserve sul metodo adottato dal governo e sulle motivazioni che avevano indotto ad assumere le decisioni in questione – continuano -, proponemmo che fosse adottata una deroga per quelle regioni che disponevano solo di due province o in alternativa di delegare gli enti regionali ad adottare un piano, con tutti gli organismi interessati, di riordino degli assetti territoriali delle attuali province in modo che fosse possibile rispondere ai criteri e i parametri individuati dalla legge”. “L’Umbria sin dal 1976 con il piano regionale di sviluppo che fu approvato con il consenso anche del maggior partito di opposizione di quel tempo – ricordano Potenza, Carini e Difino -, dopo aver deciso di utilizzare i consorzi individuati con legge regionale per creare aree di gestione e programmazione intermedi fra Comuni e Regione, indicò espressamente che tra questi due organismi istituzionali debba esistere una sola struttura intermedia, il cui ambito territoriale, diverso da quello delle due Province, sia pienamente funzionale ad una politica programmatoria”. “L’obiettivo che si voleva realizzare era quindi la ridefinizione dell’ambito territoriale fra la provincia di Perugia e quella di Terni proprio per rendere possibile la costituzione di un organismo di area vasta – spiegano – capace di assolvere alle funzioni svolte temporaneamente dai consorzi monofunzionali. Se finora l’intenzione è rimasta sulla carta è dovuto alla continua indeterminazione con la quale i governi che si sono succeduti hanno lasciato la questione istituzionale con particolare riferimento all’ente provinciale”. “Il tema è la riforma dell’Umbria in un quadro di complessiva riorganizzazione e semplificazione degli assetti istituzionali – aggiungono -. Oggi, malgrado le critiche al provvedimento governativo, è possibile dare seguito ad un disegno politico ed istituzionale che da molto tempo era nelle intenzione regionali al fine di conferire un assetto più funzionale e stabile”. E’ l’occasione per riequilibrare i territori fra Perugia e Terni e per rendere più efficaci le azioni di governo del territorio regionale – conclude la nota -. Come è evidente la mobilitazione sostenuta anche dai socialisti umbri volta a difendere la presenza della Provincia di Terni attraverso una diversa perimetrazione territoriale, non è il frutto di una difesa acritica dell’esistente o peggio di una resistenza al cambiamento, ma è il risultato di una riflessione che in tempi lontani ha visto la partecipazione di forze politiche anche dell’opposizione. L’invito che i socialisti rivolgono a tutti gli enti interessati è di non perdere questa occasione che permette di dare una definitiva risposta alle esigenze da tempo sentite nella nostra regione”.