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Abolito il registro delle coppie di fatto a Gubbio

Il consiglio comunale di Gubbio ha abolito ieri sera, con un voto bipartisan, il “Registro delle unioni civili”, istituito nel 2002, che dava riconoscimento ai conviventi e alle cosiddette coppie di fatto.

Il registro, che in Umbria è stato adottato anche da altri comuni come Perugia, Terni, Gubbio, Spello, Cannara, Bastia e Foligno, permetteva alle coppie iscritte l'accesso ad alcuni servizi del comune-come, ad esempio, alcuni bandi delle politiche della casa-, altrimenti dedicati ai soli nuclei familiari riconosciuti dalle norme nazionali.

La cancellazione è stata approvata ieri in consiglio comunale, su mozione del Pdl, che ha motivato la richiesta definendo il registro uno “strumento privo di qualunque valore giuridico, interesse ed efficacia sociale, oltre che di dubbio valore costituzionale”. La mozione è stata approvata anche dal sindaco del comune Diego Guerrini (Pd) e da parte dei consiglieri di maggioranza.

La decisione ha sollevato immediate e ferventi reazioni nel mondo politico e dell'associazionismo, regionale e non solo. Tra gli altri Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia (associazione per la tutela dei diritti civili), ha condannato duramente la votazione del consiglio comunale di Gubbio in una nota, chiedendo l’intervento del segretario nazionale del Pd Pierluigi Bersani. “Ieri sera – scrive Mancuso – il Consiglio Comunale di Gubbio ha abolito il Registro delle Unioni Civili istituito nel 2002. Il Sindaco Diego Guerrini e alcuni consiglieri del Pd hanno votato a favore della mozione del consigliere del Pdl Luigi Girlanda, che da anni insegue questo obiettivo. E’ inconcepibile che un Sindaco espressione di un partito che in tutte le amministrazioni pubbliche promuove strumenti di conoscenza e di sostegno nei confronti delle nuove formazioni sociali, tra cui le convivenze etero e omosessuali, abbia potuto appoggiare una simile azione, che sicuramente è figlia di conflitti locali, ma che assume la valenza di un gesto che non può essere sottovalutato in sede nazionale”.

“Chiediamo al Pd Umbro e a quello nazionale– conclude Mancuso – di esprimersi e di prendere le distanze dal Sindaco e dai consiglieri che hanno abolito un registro, che ha il valore simbolico di spingere affinché si approvi in Parlamento una legge”. (fda)