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Aboca, Mancini “Quali azioni per salvaguardare produzioni azienda in Umbria?”

L’azienda Aboca, con sede amministrativa a Sansepolcro, laboratori e stabilimenti produttivi a Pistrino, impiega circa 830 dipendenti, di cui 230 assunti tra il 2014 e il 2015. Produce annualmente circa 2.300 tonnellate di prodotto biologico fresco, che coltiva una superficie di circa 1.100 ettari. Tuttavia nei terreni attigui a quelli coltivati da Aboca sono presenti coltivazioni ad alto tasso di uso di pesticidi e di prodotti chimici, incompatibili con le produzioni biologiche. L’azienda per questo motivo sarebbe intenzionata ad acquistare terreni in Marocco, dove gli ogm (organismi geneticamente modificati) sono banditi. Una eventualità che potrebbe comportare un grave danno per l’intera economia dell’Alto Tevere con riflessi negativi sui livelli occupazionali

Così il consigliere regionale della Lega nord Valerio Mancini ha introdotto l’interrogazione a risposta immediata
illustrata questo pomeriggio all’Assemblea legislativa dell’Umbria, chiedendo all’Esecutivo regionale “quali azioni intende intraprendere per salvaguardare le produzioni in Umbria dell’azienda Aboca”.

L’assessore Fernanda Cecchini ha risposto spiegando che Aboca è una grande azienda dell’agrofarmaceutica, la cui materia prima sono prodotti agricoli coltivati in parte nel territorio umbro, circa 144 ettari, mentre gli altri 617 sono in Toscana. 

Da sempre abbiamo sostenuto le produzioni biologiche, con particolare riguardo alle tradizioni e alla sicurezza alimentare. La normativa sul biologico prevede la coesistenza con le colture tradizionali. Sono previste fasce di rispetto tra le diverse colture, ma sono coloro che praticano agricoltura biologica a doversene fare carico. Sulle produzioni di ogm, la Regione applica il principio di precauzione, vietando la coltivazione in pieno campo anche a fini sperimentali. In Umbria circa 87mila ettari beneficiano della possibilità che ci dà l’Europa per portare avanti azioni a garanzia di certe colture, ed anche Aboca rientra nei sostegni offerti alle vocazioni agricole del territorio. Ho incontrato più volte i rappresentanti di Aboca, per affrontare questo aspetto, anche rispetto alla produzione di tabacco biologico. Abbiamo convenuto che tutte le norme e gli incentivi che possono essere dispiegati a sostegno di questa azienda saranno messi a disposizione

Mancini si è detto “non soddisfatto” delle argomentazioni dell’assessore ed ha evidenziato “che viene affermata una neutralità dell’azione della Giunta tra l’agricoltura tradizionale e quella biologica. L’assessore è intervenuta in ritardo, circa 5 mesi dopo la denuncia di Aboca sull’uso intensivo dei pesticidi nei campi limitrofi a quelli dell’azienda. È stato allestito un tavolo insieme al sindaco di Città di Castello, su cui peraltro non ricadono i terreni della Aboca. Mi aspetto che con il nuovo Piano di sviluppo rurale vengano previsti sostegni per le nostre produzioni di qualità. Non possiamo certo fare conto sulle misure europee che permettono l’arrivo di olio dalla Tunisia e di pomodoro dall’estero”.