ABITUDINE DI ACQUISTO DEGLI SPOLETINI: L'ASCOM SI METTE DI TRAVERSO - Tuttoggi.info

ABITUDINE DI ACQUISTO DEGLI SPOLETINI: L'ASCOM SI METTE DI TRAVERSO

Redazione

ABITUDINE DI ACQUISTO DEGLI SPOLETINI: L'ASCOM SI METTE DI TRAVERSO

Mer, 04/06/2008 - 11:19

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Un uppercut! Non c'è immagine più calzante per definire il duro attacco al Comune, dell'Associazione Commercianti di Spoleto, sferrato dal Presidente Spitella. L'indagine sulle abitudini di acquisto che il Comune di Spoleto ha inviato ad un campione di residenti non convince la Confcommercio locale. Le notazioni critiche riguardano sia aspetti di natura tecnica, relativi alla struttura delle schede stesse, sia di natura più prettamente politica, a partire dalla validità ai fini statistici e giuridici di una tale rilevazione.

“Il valore di questa indagine – è la premessa del presidente della Confcommercio Leonello Spitella – è tutto da verificare, perché voci significative delle varie sezioni sono concepite e formulate in maniera vaga, non precisa, tale dunque da prestarsi a strumentalizzazioni, da indurre risposte di un certo tipo. Insomma, la sensazione è che questa indagine sia stata costruita avendo già in mente il risultato che si vuole ottenere, ovvero quello di avere dai cittadini il ‘placet' circa le scelte fatte dall'amministrazione con la nuova pianificazione commerciale. Non mettiamo in dubbio le competenze tecniche di chi ha predisposto lo schema d'indagine, ma certamente lo stesso manca di chiarezza. E soprattutto un confronto a monte con le organizzazioni di categoria avrebbe consentito di adottare uno strumento improntato ad una maggiore oggettività, capace davvero di fotografare la realtà spoletina e le sue esigenze in maniera asettica, non influenzata dal soggetto promotore dell'iniziativa e dai suoi orientamenti”.

Spitella scende nel concreto: “Nelle schede viene richiesto un parere sulla ‘qualità', ma rispetto alla stessa non viene fornita alcuna ‘legenda'. Così questo tipo di valutazione, che pure è fondamentale, risulta essere lasciata alla più totale soggettività. Altra incongruenza: nelle varie sezioni si chiedono indicazioni rispetto al prezzo, e poi nella parte sottostante si trova una legenda sulle ‘classi di spesa'. Beh, i due concetti sono diversi, e non sovrapponibili. A quale dei due devono far riferimento i cittadini chiamati a rispondere?”, chiede polemico Spitella. “Per non parlare poi – aggiunge – delle parti finali in cui si domanda di quale tipo di attività si vorrebbero veder incrementato il numero. Questa è una scheda da abolire completamente, perché si presta a fin troppe chiare manipolazioni. Di fronte ad una domanda così formulata è ovvio infatti che la tendenza della gente sarà quella di chiedere nuove attività commerciali, perché ognuno si farà ispirare dalle proprie esigenze individuali, senza tenere minimamente conto del quadro generale, che invece testimonia come la popolazione residente a Spoleto sia ormai invariata da anni, e che quindi non esiste un bacino di utenza tale da giustificare le scelte fatte dal Comune nel nuovo piano. Scelte la cui incongruità non verrà meno – secondo noi – neppure nel caso di una eventuale validazione ottenuta dai cittadini, proprio perché il questionario non ha i crismi per rappresentare uno strumento statistico incontestabile sulle abitudini e gli orientamenti degli spoletini né per giustificare scelte, come quelle in materia urbanistico-commerciale – che nella loro complessità non possono rispondere a mere logiche di consenso”.


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