C’è chi aveva il dilemma se sottoscrivere l’abbonamento per il Curi, per non far mancare il proprio sostegno al Grifo, o disertare, pur a malincuore, per mandare l’ennesimo messaggio al presidente Santopadre. Per questi tifosi il prezzo degli abbonamenti comunicato dall’AC Perugia conta poco: sarà comunque una scelta di cuore e di pancia.
Ma certo, se si volevano riavvicinare gli indecisi ed i delusi dopo la terribile stagione dello scorso anno, culminata con la retrocessione, i prezzi praticati non rappresentano proprio una “operazione simpatia” da parte della società.
Che ha scelto di praticare gli stessi prezzi dello scorso anno, come indicato, per altro in grassetto, anche nella nota della società. Per la Curva Nord intero a 150 euro (120 per le donne); Tribuna Ovest a 315 euro (250 le donne); Poltroncine a 561 euro (451 per le donne); Tribuna Vip a 770 euro (627 per le donne).
Prezzi ben superiori a quelli applicati dalle altre squadre dello stesso campionato di Lega Pro. Nella vicina Gubbio, per fare un esempio, l’abbonamento in Curva si vende a 100 euro (80 per le donne). Ma con le squadre con blasone, o comunque di città capoluogo nello stesso girone, che variano: la curva è venduta a 170 euro a Cesena, 150 a Ferrara, 130 a Pescara, 110 ad Arezzo e 100, per chi ha approfittato della promozione fino a metà agosto, a 100 euro.
Né, finora, pur tenuto in sospeso dalla decisione del Consiglio di Stato, la campagna acquisti del Perugia è stata tale da giustificare prezzi così alti. La Figc ha concesso una settimana in più di tempo per operare sul mercato, ma nessuno si aspetta grandi colpi, a cominciare dall’allenatore Baldini.