di Giulia Argenti
Si è tenuto questo pomeriggio a partire dalle 18.00 presso l’hotel Garden a Terni, il convegno organizzato dalla Fidapa (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari), sezione di Terni, significativamente intitolato “la forza delle donne ed esiti sociali”. All’incontro hanno preso parte la presidente Fidapa Ada Urbani, Elisabetta Alberti Casellati (membro del Consiglio Superiore della Magistratura), il magistrato Elisabetta Matone, Margherita Boniver e Fausto Bertinotti. “Prima di aprire questa tavola rotonda, mi sembra doveroso spendere un momento a riflettere sul terribile fatto di sangue avvenuto oggi, l’omicidio del giovane David Raggi e vorrei a tal proposito ringraziare il prefetto Gianfelice Bellesini per essere qui con noi stasera nonostante tutto” ha detto la presidente Urbani prima di entrare nel vivo dell’incontro “per quanto riguarda la tavola rotonda di oggi” ha continuato “l’obiettivo che ci poniamo è quello di proporre, a pochi giorni dall’otto marzo, una riflessione sul ruolo delle donne come persone e non solo come mogli o madri. Almeno dal punto di vista giuridico le donne hanno ottenuto le pari opportunità, ma questa importante conquista le ha, d’altra parte, anche esposte a nuovi pericoli. Noi donne di Fidapa non vogliamo farci portavoce di una visione di tipo dualistico, bensì vogliamo che ci sia una vera e propria collaborazione tra i sessi, per questo motivo abbiamo scelto di affidare le conclusioni di questo incontro ad un uomo, Fausto Bertinotti”.
“A che punto sono arrivate le donne nella loro marcia verso l’emancipazione?” con questo interrogativo ha iniziato il suo intervento Margherita Boniver (senatrice e deputata del PSI e poi ministro nei governi Andreotti VII e Amato I) spiegando che “molti passi avanti sono stati fatti, ultima importante conquista è ad esempio la legge sul femminicidio, un neologismo orribile, ma purtroppo tutt’altro che obsoleto. Altro importante obiettivo raggiunto è la legge sulle quote delle donne nei consigli di amministrazione delle società partecipate”. Conquiste, queste ricordate da Boniver, tanto importanti quanto faticosamente raggiunte: “purtroppo ci sono state molte donne che in Parlamento si sono opposte con fermezza a queste leggi, probabilmente viste da loro come qualcosa di umiliante, quando in realtà si tratta di provvedimenti che mirano a scardinare un sistema ancora monocratico. Considerando che per quanto riguarda la parità dei sessi, siamo ancora in tempi bui, sarebbe opportuno che le legislazioni approvate a tutela delle donne venissero applicate adeguatamente e condivise da tutti”.
Il magistrato Elisabetta Matone, a cui è poi passata la parola, ha parlato di un “naturale meccanismo di autoesclusione dai ruoli di potere” che spesso le donne mettono in atto da sole, relegandosi ai margini della società e che lei stessa ha avuto l’opportunità di osservare molto spesso tra le sue colleghe. “Se a questo meccanismo aggiungiamo gli altri tipi di vessazioni a cui le donne vengono sottoposte, come il ricatto della chirurgia estetica, la violenza domestica e non, il rischio di essere penalizzate sul posto di lavoro per aver scelto di essere madri, emerge chiaramente un quadro drammatico che porta con sé la necessità di continuare a festeggiare l’otto marzo in quanto molto c’è ancora da fare per raggiungere la parità”.
Come annunciato, a concludere l’incontro è stato Fausto Bertinotti, il quale, spostando la discussione su un piano futuro, ha messo in guardia dal rischio che le conquiste ottenute negli anni dalle donne “vadano perdute a causa di una violenza sempre più incontrollata e incontrollabile che colpisce tutto ciò che incontra, a tal punto che l’elemento causale si trasforma sempre di più in elemento casuale, ne è un esempio il tragico omicidio di oggi”. “La società” ha continuato Bertinotti “sta progressivamente devolvendo, scardinandosi nelle sue fondamenta e delineando uno scenario futuro molto inquietante” di qui la necessità di ripartire da una riflessione sulla “storia della nostra civiltà e sul rapporto uomo-donna in quanto elemento paradigmatico, simbolo di una possibile e armonica convivenza tra tutte le diversità”.