Migliaia di persone hanno reso omaggio a Rita Levi Montalcini, nata a Torino nel 1909, salutando una semplice bara in rovere coperta di fiori rossi con un lungo applauso. Dopo la privatissima cerimonia funebre di ieri oggi è stato il giorno del saluto pubblico a uno dei personaggi simbolo del sapere italiano vissuto tra i 2 secoli. Da Roma la salma della donna è arrivata nella sala commiato del Tempio Crematorio; Rita Levi Montalcini aveva infatti disposto, tra le sue volontà, di essere cremata e che le sue ceneri fossero depositate nella tomba di famiglia. La cremazione dovrebbe avvenire il prossimo giovedì. La scelta della Montalcini, che in vita si è sempre proclamata agnostica, ha riaperto a Terni un dibattito vecchio di oltre 10 anni, cioè quello relativo alla mancanza di un formo crematorio, circostanza che costringe i famigliari di coloro che decidono di non essere sepolti a dover andare a Perugia o Viterbo a proprie spese. Il presidente dell'associazione culturale “Civiltà Laica”, Alessandro Chiometti e il coordinatore del circolo di Terni dell'UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti), Eraldo Giulianelli hanno scritto una nota per riportare all'attenzione della città la questione. Leggiamola:
Nell'esprimere il nostro saluto all'insigne premio Nobel che ha ricoperto di gloria l'Italia non possiamo esimerci dal far notare per l'ennesima volta che in questo paese non tutti sono uguali.
Come leggiamo dai giornali, Torino una città civile che ospita la salma della scienziata, che si sempre dichiarata agnostica, nella Sala del Commiato del Tempio Crematorio, dove dopo la cerimonia di addio, pubblica e laica, sarà cremata secondo le sue volontà.
A Terni le amministrazioni che si sono susseguite alla guida della città non sono mai riuscite ad individuare una sala da concedere per il saluto di quei defunti che non si riconoscono in alcuna chiesa.
Ovviamente quando muore qualche nome importante il posto per l'addio laico si trova grazie ai sindacati o ai partiti che mettono a disposizione le loro stanze, ma quando muore un laico qualunque, non iscritto a partiti o a sindacati, l'ultimo saluto si deve tenere in strada di fronte all'obitorio del cimitero. Se poi la volontà del defunto prevede la cremazione i parenti devono accollarsi le spese del trasporto a Perugia o a Viterbo dove amministrazioni più decenti sono riuscite a realizzare un forno crematorio.
A Terni queste due strutture, sala del commiato e forno crematorio, mancano entrambe. Le prime richieste in tal senso da parte di Civiltà Laica e UAAR sono
arrivate agli amministratori del comune nel 2004; da allora assessori, amministratori e dirigenti hanno saputo solo dire no a proposte sulle possibili sale da utilizzare senza essere in grado neanche di trovare la miseria di un centinaio di metri quadri da destinare sala del commiato. L'impegno, a parole, anzi a paroloni, stato pi volte garantito ma il dato di fatto che nel 2013 (quindi quasi dieci anni dopo le prime richieste) siamo ancora a zero in termini di fatti concreti. La pazienza finita, nelle prossime settimane le suddette associazioni inizieranno una raccolta di firme per svegliare le sonnolente amministrazione pubblica ternana, perchè riteniamo francamente impossibile, nonostante la spending review, che fra circoscrizioni, comune, provincia non si possa trovare una soluzione decente.