Spoleto

A Spoleto Jazz 2025 loop, soul e poesia con Michael Mayo e il suo “Fly”

Dopo il successo del primo concerto, Spoleto Jazz prosegue la sua stagione 2025 con un artista che rappresenta una delle voci più evolute e stimolanti del panorama internazionale: Michael Mayo, atteso venerdì 17 ottobre alle ore 21 al Teatro Caio Melisso con il suo ultimo progetto discografico, FLY. Mayo non è un semplice cantante, ma un compositore-vocalista che plasma la voce come uno strumento polifonico, in grado di fondere tradizione jazzistica e scrittura contemporanea in una sintesi profondamente personale. La sua musica abita uno spazio di frontiera tra jazz, neo-soul, R&B ed elettronica, costruendo performance che sono al tempo stesso rigorose e visionarie, intellettualmente affilate e emotivamente accessibili. Nato a Los Angeles da una famiglia immersa nel mondo musicale — madre vocalist per Beyoncé e Whitney Houston, padre sassofonista per Earth, Wind & Fire — Michael Mayo cresce in un ambiente sonoro ricchissimo, che lo spinge fin da giovanissimo verso la ricerca di un’identità artistica propria. Dopo il diploma al Los Angeles County High School for the Arts, prosegue la sua formazione al New England Conservatory e infine al prestigioso Thelonious Monk Institute di Los Angeles, dove studia con leggende come Herbie Hancock e Wayne Shorter. Il suo esordio discografico, Bones (2021), ha suscitato immediato interesse per la capacità di unire arrangiamenti complessi e minimalismo vocale, mentre il suo secondo album, FLY (2024), registrato in presa diretta al Bunker Studio di Brooklyn con musicisti del calibro di Shai Maestro, Linda May Han Oh e Nate Smith, segna un ulteriore salto di qualità, sia nella scrittura che nell’approccio timbrico e strutturale. Sul palco Mayo è una forza centripeta, capace di costruire da solo — grazie a loop station, beatbox, armonizzazioni in tempo reale e un uso magistrale del falsetto — una vera e propria orchestra vocale. La sua voce attraversa registri e linguaggi diversi, passando da frasi liriche e rarefatte a incursioni ritmiche che evocano le radici della black music. Le influenze sono molteplici: da Bobby McFerrin al gospel, dall’hip-hop al jazz di nuova generazione, ma sempre filtrate da un’estetica raffinata, mai citazionista. Quello che Mayo propone è un’esperienza in cui lo spettatore viene guidato in un paesaggio sonoro multidimensionale, fatto di contrasti, layering, silenzi e improvvisazione. Ogni suo concerto è un atto performativo in cui nulla è lasciato al caso e tutto è vivo, costruito davanti agli occhi (e alle orecchie) del pubblico. Come ha scritto JazzTimes: “Michael Mayo non canta sopra la musica, ma dentro di essa. La sua voce è architettura, ritmo, senso e materia.” Il concerto rappresenta un’occasione preziosa per ascoltare dal vivo uno degli artisti più stimati e richiesti della nuova scena vocale americana, in un contesto che valorizza al meglio la sua ricerca sonora raffinata e fuori dagli schemi. Una proposta che si inserisce perfettamente nello spirito di Spoleto Jazz, da sempre attento alle traiettorie più audaci della musica d’oggi. Per informazioni, biglietti e dettagli sul programma:www.visioninmusica.com | www.comune.spoleto.pg.it