Perugia

A scuola, ma non tutti si fidano: chat delle mamme “roventi”, screening e rientri facoltativi

Rientro in classe, da lunedì, nei comuni del Perugino, del Trasimeno e della Media Valle del Tevere, tra le aree a bassa incidenza Covid nelle quali, secondo l’ordinanza della governatrice Tesei, asili e scuole primarie possono accogliere bambini e ragazzi. Salvo diverse disposizioni dei sindaci, come avvenuto a Città della Pieve e Magione.

Perugia, chat delle mamme “roventi”

Un momento atteso da tanti genitori. Ma tra loro c’è anche chi ha paura, vista la situazione generale dei contagi. Chat delle mamme “roventi” da venerdì, giorno nella quale Tesei ha firmato la nuova ordinanza. Con tanti dubbi. In alcune scuole di Perugia, stando almeno a quanto annunciato nelle chat, lunedì in classe potrebbero ritrovarsi metà alunni.

Alcuni genitori avrebbero preferito attendere l’estensione dell’attività di screening, che procede su base volontaria.

Le raccomandazioni di Tuteri

E in vista del rientro in classe, il vice sindaco del Comune di Perugia, Gianluca Tuteri, ricorda alle famiglie alcune semplice regole a tutela di tutta la comunità: l’uso della mascherina, il distanziamento sociale e l’igiene da applicare con attenzione anche fuori l’ambiente scolastico; l’opportunità di effettuare tamponi antigenici gratuiti presso le farmacie del territorio; verificare con attenzione l’insorgenza di sintomi o segni di malattia dei propri figli comunicandoli al proprio medico senza inutile attese.

Poche e semplici regole – afferma Tuteri – che potranno permettere il superamento di questo momento ancora estremamente delicato e critico per la salute di tutti e consentiranno a tutti i nostri studenti di terminare l’anno scolastico nelle proprie scuole”.

Città della Pieve, a scuola solo dopo i tamponi

Proprio per consentire il completamento dei tamponi antigenici sui 280 alunni delle primarie di Città della Pieve, il sindaco Fausto Risini ha rimandato il ritorno alle lezioni in presenza a mercoledì.

Deruta, screening…

A Deruta si torna in classe da lunedì, ma ancora con tanti dubbi. Nel frattempo, è stato potenziato il servizio di screening, facoltativo, sulla popolazione tramite tamponi rapidi, affinché i genitori che vorranno rimandare i propri figli nella comunità scolastica, possano avere maggiori garanzie, nei limiti della certezza data da questo tipo di test, sul loro stato di salute.

A seguito dell’ordinanza della Regione Umbria che dispone la riapertura dei servizi educativi 0-6 anni e delle scuole primarie – la comunicazione fatta dal sindaco Michele Toniaccini – l’Amministrazione Comunale di Deruta unitamente all’associazione ‘La Rosa dell’Umbria’ e alle farmacie del territorio, ha attivato un servizio di screening per gli studenti interessati a riprendere le lezioni in presenza“.

… e rientro in classe facoltativo

Il rientro in presenza in questi giorni che procedono le vacanze di Pasqua sembra essere dunque facoltativo, stando anche alle risposte che i genitori hanno avuto da alcune scuole e rappresentanti delle Istituzioni. Perché il ritorno alla normalità in maniera scaglionata sembra la soluzione più opportuna, visto ancora il numero dei contagi nel comprensorio e la circolazione delle persone, per lavori o altri motivi consentiti dalla normativa anti Covid.

Scelta condivisa dai molti genitori che alla notizia della riapertura avevano subito manifestato i tanti timori e dubbi nei confronti di una ripresa a dieci giorni dalle festività pasquali, senza rafforzamento delle misure di sicurezza né monitoraggio della popolazione scolastica. Genitori che quindi continueranno a tenere i propri figli a casa, usufruendo dei servizi scolastici a distanza.

“Strategia per addossare alla scuola eventuali aumenti dei contagi”

Ed anche il Comitato di docenti, genitori e studenti, Priorità alla Scuola Umbria, che da settimane si batte per il rientro in classe in sicurezza, ha manifestato perplessità rispetto all’ordinanza regionale: “L’apertura delle scuole primarie ad una sola settimana dalle vacanze pasquali, altro non ci sembra che una mera strategia politica per fare in modo che la scuola, ancora una volta, venga additata come causa dell’aumento di contagi che si potrebbero verificare in concomitanza con il periodo pasquale. D’altronde non siamo nuovi a questa modalità, avendo già potuto verificare, come dopo il periodo natalizio, la scuola sia stata penalizzata per l’aumento di casi di contagio non attribuibili all’attività in presenza. È ormai noto che i contagi vengono maggiormente riscontrati nella sfera privata/familiare, quindi già immaginiamo le conseguenze di questa preannunciata malagestione”.

Per questo Priorità alla Scuola critica il fatto che non sia stata predisposta a livello regionale alcuna attività di screening mirato sulla popolazione studentesca. Segno, a giudizio del Comitato, della mancanza dell’effettiva volontà “di rendere questa apertura seria e duratura”. Così come la mancanza “di un piano trasporti adeguato ed efficace” porta il Comitato a pensare “che l’apertura delle scuole secondarie non sia stata nemmeno presa in considerazione come possibilità per il resto di questo anno scolastico“.

La decisione di aprire nidi e materne, le uniche fasce d’età senza distanziamento ne mascherinalamenta ancora il Comitatosottolinea il valore che la Giunta regionale dà alla scuola: un parcheggio”. Ritenendo l’apertura settoriale dei servizi dell’infanzia “una chiara mossa politica economica”, perché “laddove si paga una retta, si può intervenire“.

“Manderemo i nostri figli a scuola tranquilli”

“Sia ben chiaro che lunedì 22 marzo – concludono i rappresentanti del Comitato – manderemo i nostri figli a scuola felici, sollevati e tranquilli, perché non c’è luogo dove i protocolli sono rispettati in maniera così certosina, ma resteremo con le orecchie ben tese, perché questa settimana di apertura non diventi l’ennesimo tentativo di scaricare tutte le responsabilità sulla popolazione studentesca”.

Venerdì “sciopero sociale”

E venerdì 26 marzo Priorità alla Scuola Umbria manifesterà ancora in piazza Italia a Perugia, “con uno sciopero sociale per ribadire che per salvaguardare la scuola pubblica è necessario un ripensamento totale delle priorità”.