Raccolti in un unico testo gli atti dei convegni corgneschi. Gli esperti: “Andare avanti con la ricerca”. Opera di Gal Trasimeno Orvietano
“La prima opera che valorizza in maniera scientifica l’Abbazia di Pietrafitta”. Così l’archivista Patrizia Angelucci ha definito il volume, da lei stessa curato, “L’Abbazia di Pietrafitta nel territorio di Piegaro tra storia, arte e cultura alimentare in epoca medievale e moderna”, presentato di fronte ad un folto pubblico lo scorso 22 aprile.
Realizzato a più mani e pubblicato con il contributo del Gal Trasimeno Orvietano, il testo raccoglie gli atti di due distinti convegni dedicati all’Abbazia detta dei Sette Frati, svoltisi nel 2015 e nel 2017, rispettivamente ad inizio e a chiusura delle celebrazioni per il quinto centenario della nascita di Ascanio e Fulvio Della Corgna.
I convegni furono importanti occasioni per affrontare per la prima volta la storia di questo complesso sotto molteplici aspetti, seguendo un filo cronologico che partiva dall’Età medievale per giungere ai nostri giorni. Anche se la storia dell’Abbazia è millenaria e le sue origini sono avvolte da molte ombre a causa della perdita del suo archivio. A rendere questo luogo elegante e pregevole fu Fulvio della Corgna che nel 1560 lo ricevette in commenda da Papa Pio IV. Da lui ristrutturato e abbellito, venne trasformato in uno dei centri di attività e di potere locale della prestigiosa famiglia.
“Nonostante ciò – sostiene Angelucci – questa abbazia non è molto conosciuta sia a livello locale che nazionale, né è stata mai oggetto privilegiato di importanti convegni e manifestazioni culturali che l’abbiano fatta conoscere ad un vasto pubblico, valorizzandola come bene culturale di grande valore per i suoi pregevoli aspetti artistici e architettonici e per la sua storia millenaria che si intreccia con quella di Perugia e di personaggi famosi”.
Da qui la decisione di pubblicare gli atti dei due convegni in un unico volume, che si focalizza non solo sulla figura di Fulvio e sul valore artistico e architettonico del complesso, ma anche sulla cultura alimentare, legata alla terra, che si è andata diffondendo nel Cinquecento, epoca in cui vissero i fratelli Della Corgna.
“Avete tra le mani un grande territorio – ha commentato durante la presentazione di sabato il docente di storia economica Manuel Vaquero Pineiro – che è la sintesi dell’Italia centrale fatta di scambi e incroci. Occorre andare avanti con la ricerca e lo studio”.
“I temi trattati ci fanno riflettere sul nostro vissuto quotidiano – ha sostenuto la docente di storia dell’arte moderna Giovanna Sapori -. In questo territorio si riscontra un’altissima densità di patrimonio naturale e storico; un mosaico in cui ogni tessera sta dentro grandi processi”.
Hanno preso parte all’evento di presentazione anche la direttrice del Gal Trasimeno Orvietano Francesca Caproni, gli amministratori comunali di Piegaro e il capodelegazione Fai Trasimeno Gaetano Fiacconi, oltre alle proprietarie Annalisa e Sara Sposini.
Alla presentazione è seguita la visita guidata dai volontari del Fai nella chiesa, nella cripta, nel chiostro, nelle sale al primo piano e nella sala cinquecentesca meno conosciuta ubicata al secondo piano.