Todi

A Pantalla primi pazienti Covid, da oggi altri 10 posti | Le opposizioni attaccano

La Media Valle del Tevere e Spoleto accomunate nella lotta contro la decisione della Regione di trasformare i rispettivi ospedali a centri per i malati Covid. Ma se per Spoleto si tratta di una battaglia tutta nuova, a Todi, Marsciano e dintorni si erano già trovati ad affrontare questa situazione nella prima fase dell’emergenza. Quando l’Ospedale Covid di Pantalla ha sì fornito un grande servizio alla comunità umbra contro la pandemia, ma ha privato i residenti locali di alcuni servizi, costringendoli a spostarsi in altri nosocomi della regione.

A Pantalla i primi pazienti Covid

A Pantalla, in realtà, la situazione – almeno per il momento – appare diversa rispetto alla scorsa primavera. Da sabato l’ospedale Media Valle del Tevere ha aperto l’area medica di lungodegenza per pazienti Covid-19 con 10 posti letto disponibili. Che a partire da oggi (lunedì), saranno incrementati a 20 ed estensibili, in caso di necessità, fino a 30.

Al momento sono stati ricoverati 3 pazienti.

“L’ospedale – comunica la Asl 1 – continua con la sua normale attività nella massima sicurezza, essendo le due aree, quella per pazienti Covid e per i normali utenti, separate e con ingressi differenti. In particolare, restano regolarmente in funzione il Centro Raccolta Sangue e il Servizio di Procreazione Medicalmente Assistita“.

Il declassamento che “salva” Pantalla

Una decisione, quella della Regione, che pare fosse già stata comunicata da qualche giorno alle amministrazioni locali, come ha detto la scorsa settimana in conferenza stampa il direttore Sanità, Claudio Dario. Il quale ha anche ricordato come più volte la Regione Umbria abbia chiesto al Governo i fondi Covid per l’ospedale di Pantalla, ricevendo però sempre risposta negativa proprio in virtù della bassa classificazione dell’ospedale della Media Valle del Tevere.

Risorse che sarebbero dovute servire per attivare la terapia intensiva per far fronte ai casi Covid più gravi. Un declassamento che al momento “salva” Pantalla dall’essere l’unico centro Covid, con la scelta ricaduta su Spoleto, Dea di primo livello.

A Todi l’opposizione protesta

Ma questo non basta alle opposizioni di Todi. Consapevoli che la degenza Covid toglie spazi e servizi alla normale attività sanitaria di Pantalla. Le cui funzioni sospese a primavera erano state lentamente recuperate in estate.

Le opposizioni tuderti parlano di incapacità organizzativa della presidente Tesei e dell’assessore Coletto e mettono nel mirino il sindaco Ruggiano, il vice Ruspolini e la consigliera regionale Peppucci.

“La mancanza di una strategia a tutela dell’ospedale di Pantalla di Ruggiano e compagnia – scrivono – era palese da quando, dopo l’approvazione all’unanimità, il 4 giugno scorso, dell’ordine del giorno del Consiglio comunale di Todi, che chiedeva la definitiva chiusura dell’area Covid di Pantalla proponendo l’individuazione di un’altra struttura regionale come Covid Hospital in Umbria, il Sindaco di Todi aveva riposto con cura in un cassetto quelle richieste senza dare seguito a quanto deciso”.

Si accusano le amministrazioni di centrodestra: quella regionale per non aver preso le contromisure e di ritrovarsi alla situazione di marzo; quella tuderte per essere asservita alla ragion di Stato politica.

I servizi ridotti per far spazio ai malati Covid

“Negli atti della Direzione aziendale – attaccano ancora le opposizioni – si legge che sarà utilizzato il blocco la dove era situata la RSA, mai riaperta e i poliambulatori specialistici (quindi niente più visite specialistiche a Pantalla?), che saranno ridotti i posti di medicina interna, la riabilitazione ortopedica sarà trasferita in chirurgia, mentre l’attività chirurgica rimane di nuovo senza urgenza e quindi solo day e week surgery”.

“In poche parole: un ospedale già depotenziato per la chiusura di reparti fondamentali come chirurgia, ostetricia e punto nascita, con le attività ambulatoriali riprese solo parzialmente – concludono le opposizioni tuderti – viene di nuovo utilizzato per rispondere all’emergenza interrompendo parte dei servizi riattivati. Il tutto senza che siano state eseguite neanche le opere per garantire un’adeguata divisione dei percorsi per l’accesso alle aree individuate come Covid”.