“Il sistema concentrazionario fascista tra le due rive dell’Adriatico”: è il titolo della Giornata di Studio che l’ISUC (Istituto per la Storia dell’Umbria Contemporanea), col patrocinio dei Comuni di Foligno e Campello sul Clitunno, ha proposto alla cittadinanza, ma soprattutto agli studenti, nella Sala delle Conferenze di Palazzo Trinci. Un convegno che ben presto si è trasformato in un momento di riflessione storica sul campo di Pissignano a Campello sul Clitunno e su quello di Colfiorito, “episodi ‘negati’ dalla storia e dai libri di storia”, come tiene a sottolineare il Presidente dell’ISUC Mario Tosti che, mercoledì pomeriggio, ha accolto una delegazione del Montenegro (sette persone tra giornalisti, accademici e scouts che hanno vissuto l’esperienza della deportazione) arrivata in Umbria dopo 60 per ripercorrere i luoghi che, dalla fine del 1942 all’estate del 1943, furono teatro dell’internamento e videro oltre 2.300 civili catturati e deportati in Italia dal regime fascista.
“Un benvenuto ai nostri ospiti venuti dal Montenegro che in questi giorni ci danno l’opportunità di confrontarci con una parte di storia su cui riflettere e capire non è mai abbastanza” esordisce per i saluti l’assessore Rita Zampolini. “Queste situazioni si sono ripetute nel tempo e possono ripetersi ancora, dunque è importante capire cosa è accaduto e cosa potrebbe nuovamente accadere. È fondamentale ricordare anche la generosità di quei giovani montenegrini che poi decisero di contribuire alla lotta di liberazione, al di là dei confini e delle barriere, che in realtà sono solo una costruzione. La generosità e la solidarietà sono valori che non possiamo permetterci di dimenticare. Con queste giornate speriamo inoltre di porre le prime basi per lo sviluppo di uno scambio ed un rapporto più stringente tra il Montenegro e la nostra città”.
“Perché questo convegno?” si chiede con gli studenti il Presidente dell’Officina della Memoria Manlio Marini. “Certo, l’Officina della Memoria si occupa di studiare le memorie delle varie ricorrenze storiche, ma non si può annacquare questa nostra storia. Occorre infatti formare un presidio di vigilanza costante rispetto a questa storia. Questa giornata è più che giusta perché il regime fascista ha fatto degli stermini e noi questo dobbiamo combatterlo non con le armi ma con la memoria affinché non accada mai più”.
La Giornata di Studio ha poi visto gli interventi di Costantino di Sante (Università di Teramo) con “Lo studio dell’universo concentrazionario fascista d’occupazione nella storiografia italiana”, Radoje Pajovic (Dukljanska Akademija Nauka i Umjetnosti Podgorica) con “Strategie dell’occupazione italiana del Montenegro nella storiografia slava”, Dino Renato Nardelli (Sezione didattica Isuc) con “Il sistema concentrazionario in Umbria tra macchina repressiva e risorsa per un’economia di guerra” e Giovanni Kaczmarek (ricercatore Isuc) con “I civili del campio di Colfiorito: ritratto di “bandini” in un interno” per la mattina, mentre il pomeriggio sono intervenuti Ljubo Sekulic (Potpredsjednik Saveza Udruzenja Boraca NOR-a i Antifasista Crne Gore) con “La lotta antifascista in Montenegro tra memoria e storia: montenegrini” e Tommaso Rossi (ricercatore Isuc) con “Un comandante montenegrino nella Resistenza umbra: Svetozar Lakovic “Toso””.
(Elisa Panetto)
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