Il giorno più importante dell’anno per Gubbio – ormai dal 1160 – è entrato nel vivo. L’attesissima Festa dei Ceri è tornata più fragorosa e colorata che mai per celebrare con passione e gioia il patrono Sant’Ubaldo.
La fremente attesa del popolo eugubino è iniziata come sempre all’alba, quando i Tamburini hanno svegliato il sonno già scarsissimo della città, a cui è seguita la suggestiva visita dei protagonisti della Festa al cimitero, per salutare i ceraioli defunti.
Alle 7.30 ha poi avuto luogo la messa alla Chiesetta dei muratori, dove don Mirko Orsini ha ribadito a tutti di “custodirsi gli uni con gli altri, pur essendo di colori diversi, e di farlo con l’amore per Sant’Ubaldo. Nonostante la diversità siamo infatti chiamati ad essere una cosa sola e un solo popolo, tutto rivolto verso il nostro Patrono“. Qui è avvenuta anche l’estrazione per i Capitani (coloro che sovrintendono lo svolgimento della Festa) per il 2026, ovvero Daniele Pencedano (Primo) e Stefano Pauselli (Secondo), che succederanno rispettivamente a Fabio Latini e Oliviero Baldelli (Capitani per il 2025).
Subito dopo le statue dei tre Santi – le stesse che svettano in cima ai Ceri durante la “Folle Corsa” – sono partite in processione (foto sopra) verso Palazzo dei Consoli per raggiungere le rispettive macchine a spalla mentre Piazza Grande si è andata riempiendo di circa 10 mila persone (secondo una prima stima). Tra questa gigantesca marea umana colorata di giallo, blu e nero, alle 11.57, è avvenuta la suggestiva Alzata – “perfetta” anche quest’anno – scandita dalle urla gioiose del pubblico e dai rintocchi maestosi del Campanone.
I pesanti Ceri (macchine a spalla di legno tra i 263 e i 287 kg) sono tornati ad “indicare il cielo” sotto la guida dei Capitani Luigino Bei (Primo) e Fabio Mariani (Secondo) e con l’azione dei Capodieci Francesco Morelli (Sant’Ubaldo), Simone Martini (San Giorgio) ed Enrico Provvedi (Sant’Antonio), responsabili dell’intera Corsa e protagonisti dell’”incavijamento” (operazione di fissaggio del Cero alla barella) e, appunto, dell’Alzata.
Dopo le tre classiche “birate” intorno al pennone, i tre simboli della Regione Umbria (dal lontano 1973) sono poi usciti dalla Piazza pensile per mostrarsi a tutta la città. Un inizio impeccabile della Festa se non fosse che, durante la mattinata, fino alle ore 13, ben 40 sono stati gli interventi dei sanitari (lo scorso anno erano stati appena 22) di cui: una crisi epilettica, 2 sincopi, 19 svenimenti, 5 attacchi di panico; un politrauma, 3 traumi minori, 5 ferite medicate, 2 ipertensioni, una epistassi e una ipotensione. Cinque di questi sono stati ricoverati all’ospedale di Gubbio-Gualdo Tadino.
Nel pomeriggio, dopo la processione con reliquia e statua di Sant’Ubaldo dalla Cattedrale fino alla Calata dei Neri, alle ore 18 scatterà la “Folle corsa” per le vie del centro, con tre soste, che si concluderà intorno alle 20 in cima al Monte Ingino con l’arrivo dei tre Ceri nella Basilica di Sant’Ubaldo.