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A GIOVE TRATTATI COME DEI MARZIANI. DOPO 12 INVERNI ANCORA NEI CONTAINER. E A DICEMBRE TORNA “STRISCIA LA NOTIZIA” (Foto)

di Valentina Ballarani

Il caso di Giove, una piccola frazione del comune di Valtopina, torna alla ribalta della cronaca. Il motivo? Sempre lo stesso: i terremotati del 1997 non sono ancora rientrati nelle loro case. Le vicissitudini sono tumultuose e, come si può ben capire, dopo più di 10 anni la rabbia e le esasperazioni sono arrivate allo stremo.

Dopo il sisma, come per molte altre zone di Umbria e Marche, è iniziata la ricostruzione anche per Giove, ma presto sono arrivati gli intoppi. Non è un caso che sia intervenuta anche Striscia la Notizia a portare a conoscenza su scala nazionale le vicende del piccolo paesino umbro. In pratica, secondo quanto raccontano gli stessi abitanti ed il loro legale, sono stati spesi 1milione e 300 mila euro in opere murarie, fatte talmente male da dover essere completamente ricostruite. Nonostante tutto, però, secondo quanto ricostruito dall'avvocato difensore degli abitanti di Giove, il direttore dei lavori certificava tali opere come fatte a regola d'arte. Il presidente del Consorzio che aveva commissionato la ricostruzione della sua casa proprio alla ditta che stava ricostruendo Giove, non denuncia nessuna irregolarità e il comune di Valtopina tranquillamente eroga il denaro pubblico al direttore dei lavori. E poi che succede? Succede che la ditta fallisce, Giove è ancora tutta da ricostruire, i soldi pubblici non ci sono più, e il comune chiede che siano gli stessi proprietari a pagare tutte le spese. Mentre il direttore dei lavori, come evidenziato più volte dall'avvocato che tutela gli abitanti del paese, sarebbe ancora al suo posto.

Inutile dire che la situazione è rimasta impantanata nella burocrazia tra incomprensioni e irregolarità e intanto chi ne fa le spese sono gli abitanti. Sessanta anime erano nel '97, 13 non ci sono più e non hanno avuto nemmeno l'ultima opportunità di rimettere piede nella propria casa. Un paese fatto per lo più di anziani, gente semplice, con un basso grado d'istruzione, che capisce bene cosa sta accadendo, ma che non ha i mezzi per difendersi. Allora sono rimasti in pochi, i più giovani, i più temerari, come Valentina Armillei, che continuano a battersi affinché venga fatta giustizia.

Intanto a dicembre tornerà Striscia la Notizia a verificare che le promesse fatte dal comune (aveva assicurato la fine dei lavori al termine del 2008) siano state mantenute, e visto che così non è forse qualcosa di grosso si muoverà. Nel frattempo anche alcune forze politiche si sono mosse a sostegno di questa causa, visto che questo sarà il dodicesimo inverno nei container per i terremotati di Giove.

La questione è giunta sul tavolo dell'on. Luciano Rossi (FI- PdL) che, raccogliendo l'invito dei residenti – i quali, assistiti dall'avv. Paolo Salari hanno promosso un'azione giudiziaria volta all'accertamento dei responsabili della loro triste vicenda – ha constatato la fondatezza dei dubbi e delle accuse mosse dalla piccola comunità.

“Posso assicurare – dice l'on. Rossi – che il nostro partito manterrà la massima attenzione su questa come su altre situazioni della ricostruzione in Umbria, in cui la realtà delle cose è ben diversa dai proclami e dalle celebrazioni ostentate dal centrosinistra. L'augurio è che la magistratura si esprima in tempi brevi sulle responsabilità private ed istituzionali che hanno costituito situazioni come quella della frazione di Giove: i fatti sono chiarissimi e non vanno minimizzati scaricando su cittadini incolpevoli gli errori e le malefatte di chi si è indebitamente arricchito sulla ricostruzione. Non è certo per una sfortunata fatalità che tanti cittadini umbri non siano ancora in grado di rientrare nelle proprie case a distanza di 11 anni dal terremoto: la verità è che il sistema umbro-marchigiano della ricostruzione è ben lontano dal modello proposto a livello mediatico e che molte cose non hanno funzionato, a partire dai controlli pubblici sulle ditte costruttrici, sui tecnici, e sui presidenti di consorzio. Intere comunità come quella di Giove hanno subito una disgregazione sociale ormai impossibile a sanarsi e l'esposizione debitoria media di chi ha affrontato la ricostruzione viene costantemente taciuta al pari dello stuolo di contenziosi giudiziari in cui giornalmente si misurano proprietari, tecnici ed imprese edili: la chiarificazione di quanto avvenuto a Giove, come altre realtà, può finalmente scoprire il velo di ingiustizia e di inefficienza di cui sono stati vittime tanti cittadini umbri.”