Effetti – negativi, in questo caso – della globalizzazione: c’è un’azienda di Foligno leader a livello mondiale che dà occupazione a oltre sessanta dipendenti. L’azienda viene acquisita da una multinazionale britannica e ora i posti di lavoro sono a rischio, la preoccupazione delle famiglie è al massimo ed i contraccolpi rischiano di espandersi nell’intero tessuto economico e sociale di un territorio già duramente provato.
Questa, in sintesi la situazione che stanno vivendo, in questi giorni di assoluta angoscia, i lavoratori della Ebm, Elettronica Bio Medicale, con sede centrale proprio nella città della Quintana ma con duecento dipendenti in Umbria e mille in tutta Italia.
La protesta è andata in scena due giorni fa, in maniera eclatante, nel cortile di Palazzo Trinci, fiore all’occhiello della città, dov’è avvenuto un primo vertice con la presidente della Regione, Catiuscia Marini ed il sindaco Nando Mismetti, impegnati nella storica dimora per un convegno dedicato alla Protezione Civile.
La preoccupazione per le manutenzioni sanitarie umbre è alle stelle, legata a una fusione che viene rinviata ormai da un anno con l’altra azienda che non si è ancora seduta al tavolo delle trattative e non ha inviato alcun piano industriale.
Le Rsu sono scese sul piede di guerra, la fusione con la multinazionale è in calendario per il primo luglio ma per come stanno messe le cose rischia di scomparire del tutto.
La Ebm è stata acquistata dalla finanziaria britannica Permira, vanta una quarantennale esperienza nel settore sanitario e non ha più ricevuto chiarimenti in merito alle prospettive sul fronte occupazionale.
“Le organizzazioni sindacali ritengono urgente entrare nel merito del piano – si legge in una nota sindacale – vista l’importanza di questa partita che chiama in causa un settore importante come quello della sanità pubblica. Non si ritiene più sufficiente – è l’allarme sindacale – il semplice confronto tra le parti, data anche la chiusura aziendale alle richieste dei lavoratori”.
La ‘patata bollente’ è nelle mani delle istituzioni locali, nel frattempo le organizzazioni sindacali hanno proclamato lo stato di agitazione di tutto il personale e convocando assemblee in tutti i luoghi di lavoro. Un’azione di forza in vista del prossimo vertice fissato il 14 giugno con il coinvolgimento del Ministero dello Sviluppo Economico.
Novità chiare non ci sono, ai lavoratori è stata solamente prospettata l’ipotesi di un trasferimento a Roma, ma la Ebm spera di potersi giocare la carta del telelavoro, già sperimentato con successo in altre reatà.