Innovazione ed economia circolare. La ripresa del settore della ceramica nel prossimo futuro passa attraverso lo sviluppo e l’applicazione di questi due temi sempre più connessi e in sintonia. Di tecnologia applicata a un minore impatto ambientale come volano per un comparto che in Umbria ha storiche radici se ne è parlato giovedì 19 settembre durante “CLAY Project Mid – Term Event”, workshop organizzato a Foligno presso Palazzo Candiotti.
CLAY è un progetto del Programma Interreg Europe e CLAY, dall’inglese argilla, e prende avvio da questa materia plastica condivisa da tutte le regioni degli stati partecipanti al programma. La Regione Umbria è capofila di CLAY insieme al Portogallo, Spagna, Francia, Romania e Finlandia. Scopo del progetto è quello di verificare, tramite buone pratiche condivise, la possibilità di elaborare e attivare nuove politiche per il settore della ceramica, in ogni stato della produzione, che possano essere ricomprese all’interno del POR FESR 2014_2020. E attraverso questa condivisione fornire soluzioni partecipate tra i vari partner e sviluppare politiche e azioni concrete per sostenere e migliorare la competitività delle piccole e medie imprese ceramiche di ogni singola regione.
Il progetto CLAY punta, inoltre, a sostenere il settore dando la priorità alle nuove tecnologie, rafforzando i marchi e sviluppando nuovi servizi per mantenere un vantaggio competitivo e affrontare la sfida della globalizzazione.
L’appuntamento di Foligno segue il 3° International Learing del CLAY che si è tenuto nei giorni scorsi in Finlandia, a Seinajoki. Durante il meeting si è discusso dell’analisi dei fabbisogni di innovazione dei partner. Negli ambiti degli obiettivi operativi del progetto si è proposta una metodologia di lavoro finalizzata all’ottimizzazione dei risultati delle attività che svolgono gli operatori economici del tessuto produttivo dell’Umbria.
Tra le attività “operative” accettate dai partner, risultano quelle realizzate con il coinvolgimento diretto dell’Università degli Studi di Perugia. In particolare la Regione Umbria ha attivato due percorsi di ricerca sull’innovazione di processo e l’innovazione di prodotto: il Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale/Design ha realizzato un esempio di contaminazione con altri settori, nella fattispecie gioielli e ceramica; mentre il Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologia ha realizzato una ricerca sull’uso delle nanotecnologie.
“L’interesse verso queste materiali – ha detto Loredana Latterini responsabile del Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Perugia e coordinatrice del primo gruppo europeo di studio sulla ceramica e i nuovi materiali – è notevole. Riducendo le loro dimensioni fino a un nanometro uno ne può modificare le loro proprietà, ottiche, elettroniche e di conducibilità. Applicando queste nuove proprietà uno può ridurre i costi di produzione perché può modulare le temperature di cottura o addirittura evitare quella che viene chiamata la “terza cottura”, effettuata se vogliono essere raggiunti determinati effetti di metallizzazione. Questa diversa lavorazione dell’argilla con la polverizzazione del biscotto senza invetriatura costituisce quindi un’opportunità per le imprese del settore”.
Molte delle questioni che possono essere affrontate e risolte con la metodologia proposta nell’ambito del progetto CLAY possono consentire, pertanto, la trasformazione di costi di produzione in eventuale ritorni economici nel ciclo produttivo di impresa.
Sull’economia circolare la Commissione europea ha puntato forte, destinando ben 11 miliardi di euro del programma Horizon 2020, mentre l’argomento sarà anche uno dei temi principali dell’Expo che si terrà a Dubai il prossimo anno, così come sarà previsto tra gli argomenti della Programmazione 2021/2027. Per questo è stata istituita una piattaforma europea, alla quale è seguita la piattaforma italiana coordinata da ENEA “ICESP”, dopo un lavoro che ha coinvolto tutte le regioni, attraverso le iscrizioni delle esperienze già note e realizzate nei singoli territori.
“L’economia circolare è un nuovo modello di sviluppo – ha dichiarato Grazia Berberio, responsabile della piattaforma ENEA “ICESP” – dove l’economia è rigenerativa. I beni materiali hanno una vita più lunga, sono riparabili e riciclati. Tra gli attori di questo processo ci sono le istituzioni che devono supportare questa transizione, ci sono le imprese e il mondo della ricerca che sono la vera leva all’innovazione, ma ci sono anche i cittadini, attori e fruitori dell’economia circolare stessa”.
Anche nell’ambito del progetto CLAY sono state realizzate attività dimostrative relative alla ceramica nell’ambito dell’economia circolare.
La collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Perugia “Pietro Vannucci” ha aperto nuove strade. Con le stesse finalità, la collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale dell’Università degli Studi di Perugia, ha permesso anche di sviluppare dei prototipi per una ipotetica linea di gioielli e ceramica.
Numerosi sono stati gli interventi, che hanno riguardato sia l’economia circolare che gli altri argomenti, da parte di operatori economici e associazioni di categoria, i quali hanno avanzato proposte e impegni da realizzare insieme per il futuro. Il design unito all’innovazione può proiettare la ceramica in settori economici diversi, dimostrandone le possibili contaminazioni. La valorizzazione degli scarti, l’utilizzo della ceramica per sistemi di raffrescamento a risparmio energetico e la creazione di piastrelle regolatrici di umidità e depuratrici sono esempi che sono stati illustrati nel Workshop.
L’incontro è stato anche occasione per la presentazione del “Bando Fiere” che, tra gli strumenti della Regione Umbria per l’internazionalizzazione con l’operatività di Sviluppumbria, è stato oggetto di una valutazione positiva nel rapporto “Valutazione delle attività di Internazionalizzazione a favore delle imprese POR FESR 2014-2020”.
Il nuovo bando fiere che si riferisce alle manifestazioni fieristiche Settembre 2019-Marzo 2020, sarà pubblicato il 2 ottobre sul BUR e, tra le novità che riguardano la semplificazione amministrativa sempre più richiesta dalle imprese, prevede l’applicazione dei costi standard che vede la Regione Umbria come prima regione in Italia nell’attuazione di detta metodologia per questo particolare strumento.
Nell’ambito delle attività del progetto CLAY, nel prossimo incontro con i partner, saranno riportati i risultati in modo da verificare la possibilità di inserire, tra gli interventi attuali e della prossima programmazione 2021/2027, azioni di supporto alle imprese del settore ceramico, al fine di agevolare le attività affrontate nel Workshop a favore delle imprese.