A FIAMENGA DI FOLIGNO LA 38^ EDIZIONE DEL VENERDÌ SANTO CON "TENTATO IN OGNI MODO, RIMASE FEDELE" - Tuttoggi.info

A FIAMENGA DI FOLIGNO LA 38^ EDIZIONE DEL VENERDÌ SANTO CON “TENTATO IN OGNI MODO, RIMASE FEDELE”

Redazione

A FIAMENGA DI FOLIGNO LA 38^ EDIZIONE DEL VENERDÌ SANTO CON “TENTATO IN OGNI MODO, RIMASE FEDELE”

Gio, 21/04/2011 - 11:03

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“Tentato in ogni modo, rimase fedele”: questo il titolo dello spettacolo del 2011 con cui Fiamenga torna in scena per il Venerdì Santo. Come ogni anno, l’intero paese sale sul palcoscenico per dare vita alla Sacra Rappresentazione. Una notte sospesa tra fede, tradizione e arte. Una notte di magia in cui l’intero borgo veste i panni della storia per far rivivere le vicende di Cristo.
Quest’anno, la Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo di Fiamenga propone come tema la lotta tra il bene e il male. “Tentato in ogni modo, rimase fedele” è infatti il titolo ispirato da un passo della Lettera agli Ebrei. I 9 quadri delle tappe fatte da Gesù fino al Golgota sono i momenti di un itinerario interiore per ciascun spettatore, un viaggio attraverso gli incontri con le nostre croci e con tutte quelle di cui il mondo è costellato. Questo scontro tra il bene e il male verrà messo in scena con la presenza costante di figure di demoni ma anche di angeli. Anche gli altri personaggi chiave del dramma sottolineano il tormento interiore e la contraddizione degli uomini: Pietro che da seguace passionale rinnega il maestro, Giuda assetato di potere e di denaro, che dopo averlo tradito, si pente drammaticamente, i due ladroni, emblema del limite umano, ma anche dell’infinita possibilità di riscatto. Scena cardine tra le più suggestive della rappresentazione è proprio l’incontro di Gesù con Satana nel deserto: qui verranno simboleggiate le tentazioni che investono l’uomo di tutti i tempi e in ogni luogo, messaggio di una strabiliante attualità che ben si presta allo scenario del teatro di piazza e interpella un pubblico, di fedeli e non, sempre più attento ai contenuti e alle scenografie. La rappresentazione di quest’anno è caratterizzata da una forte gestualità che, mediante l’espressione corporea, va oltre la parola, pur comunque importante. Così si porta sul palco con un linguaggio antico ma sempre nuovo, come è quello del teatro, uno stimolo per riflettere sul mistero del crocifisso e del risorto, come dice la Maddalena che conclude nell’ultima scena, per contemplare “la luce più potente del sole a mezzogiorno”.
Nei panni di Gesù per il secondo anno Carlo Trampetti, diretto con maestria da Francesco Fratini. Come ogni anno quello che lascia il pubblico senza fiato è la coralità di questo evento.
La Sacra Rappresentazione è giunta quest’anno alla sua XXXVIII edizione. Tanti anni d’impegno per portare le pagine più significative del Vangelo su di un palcoscenico, costruito appositamente per la rappresentazione che, tramite un’attenta rievocazione storica e biblica, accompagnata da luci, musiche e parole toccanti, vuole giungere diretta al cuore del pubblico. Il desiderio di trasmettere la fede in un modo immediato e capace di provocare emozioni portò nel 1974 a mettere in scena la prima rappresentazione. In quell’anno, per la prima volta, al termine della processione penitenziale, un gruppo di giovani, coordinati dal regista Francesco Fratini, misero in scena la passione di Cristo, con l'intento di purificare e rinnovare la tradizionale processione. In effetti la Sacra Rappresentazione ha le sue radici nella processione penitenziale che nacque a Fiamenga nella notte del Venerdì Santo del 1867 a opera del parroco Padre Bernardino Benedetti O.F.M. Il libro delle “memorie dei parroci”, conservato nell'archivio parrocchiale, testimonia che la processione penitenziale nasce con il preciso scopo di rievocare la passione di nostro Signore Gesù Cristo. La processione si arricchisce degli elementi della tradizione popolare: tra i simboli più significativi e toccanti vi è quello degli uomini che portano, a piedi nudi e legati con delle catene, lunghe e pesanti croci; queste tradizioni consentono di rendere la sofferenza del Cristo il più possibile attuale. Il successo di popolo ottenuto dalla processione fece sì che venne ripetuta tutti gli anni, tranne la sospensione della prima guerra mondiale e quella del 1921 a causa di conflitti politici scoppiati nella città. La processione penitenziale di Fiamenga rientra nella tradizione storica delle rievocazioni della Passione di Gesù Cristo in Umbria. Nel tempo, la notte del Venerdì Santo in Umbria è stata un momento speciale nel quale sacro e profano si mescolano, con un'intensità che non si ripete in nessun altro momento dell'anno, fede e tradizione si fondono, fino quasi a confondersi, dando vita a una testimonianza autentica del credo Cristiano. La spettacolarità scenografica di queste rievocazioni non contamina l'atto di fede di tutti quelli che vi partecipano con vero spirito religioso, lasciando però spazio a quanti vi assistono per interesse o curiosità. Tutti però non possono assistere a questi momenti senza provare un'emozione profonda. A Fiamenga la rievocazione della Passione si fonda su un'attenta lettura delle Scritture e un lavoro di trascrizione in linguaggio teatrale, cercando di realizzare l'equilibrio ideale tra attualizzazione e fedeltà. Grazie a questo impegno il Venerdì Santo di Fiamenga si trasforma in un vero e proprio momento di evangelizzazione. L'efficacia di questa opera di evangelizzazione non è un'utopia, ma una realtà che oggi si chiama Gruppo Sacre Rappresentazioni. Infatti quel pugno di persone che ha messo in scena la prima Sacra Rappresentazione si è andato moltiplicando. Oggi sono moltissime le persone che mettono i loro diversi talenti per fare in modo che il Vangelo vada in scena. Ogni anno il Gruppo Sacre Rappresentazioni sale sul palco con un copione diverso, mettendo in rilievo un aspetto nuovo della narrazione biblica, cercando sempre di mettere in luce la grande attualità delle parole di Gesù, per realizzare un vero e proprio messaggio evangelico che aiuti i fedeli a meditare la Pasqua. Sacra Rappresentazione e processione penitenziale rimangono due eventi separati, ma dopo trent’anni di convivenza l'integrazione è totale, oggi compongono un'unica manifestazione della fede popolare. Si tratta di due momenti fondamentali di un unico atto di fede.

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