Sono stati più di ottomila, stando alle stime degli organizzatori, i partecipanti al “Carnevale Contadino” di Castelvieto. La kermesse è giunta alla IX edizione superando il record di presenze registrato nel lontano 2004 anno in cui – per opera del Circolo Combattenti e Reduci di via Solferino e del suo presidente Walter Dormentoni (che molti cittadini ricorderanno, fino a qualche anno fa sotto le vesti di consigliere comunale di Corciano) – alcune famiglie di Castelvieto trasformarono i propri trattori in veri e propri carri allegorici.
Un carnevale senza dubbio originale che nel corso degli anni si è saputo far largo tra le tante manifestaizoni similari presenti nel territorio umbro.
I cittadini di Corciano si dicono orgogliosi della festa la cui notorietà si sta infatti affermando non solo in Umbria ma anche verso la vicina Toscana, fino ad Arezzo, cominciando a divenire un’attrattiva anche dal punto di vista turistico.
“Le prime edizioni non registravano più di mille presenze” afferma Walter Dormentoni “oggi ne contiamo con soddisfazione più di ottomila presenze. E' evidente che il nostro carnevale rimarrà sempre e solo un carnevale a tema contadino”. Una dichiarazione con la quale il Circolo Combattenti e Reduci conferma di non essere troppo interessari alle ben più famose maschere di Arlecchino e Pulcinella.
I nove carri hanno percorso via F.lli Cairoli fino alla Chiesa. Uno solo però è rimasto sulla piazza pricipale: quello dei musicisti che hanno fatto danzare la cittadinanza. Non potevano mancare lungo il tragitto frappe e struffoli offerti dalle famiglie di Castelvieto ai partecipanti alla sfilata.
Altra novità rispetto a tutti gli altri carnevali è la presenza di animali d’allevamento e da cortile lungo il tragitto della sfilata: nella Via F.lli Cairoli infatti, nelle ore dei festeggiamenti sono stati messi in esposizioni polli, conigli e altre specie di animali da cortile a simboleggiare che nonostante l’avvento della tecnologia e del digitale, c’è chi ancora vuole salvaguardare le tradizioni e lo stretto legame con la propria terra. “Siamo consapevoli che i bambini delle città non hanno la minima idea di come è fatta una gallina o un coniglio” spiega Walter Dormentoni “abbiamo fatto questa esposizione a scopo quasi pedagogico, permettendo ai bambini di vedere e capire come è fatto nella realtà quello che loro vedono solo surgelato o nelle pubblicità televisive”.
Tra dolci e vino il carnevale ha visto la sua chiusura ufficiale nel tardo pomeriggio con un gran falò: un enorme pagliaio è stato bruciato come da tradizione, nel giorno dell'antivigilia di martedì grasso.
Simona Trentini