Spoleto

A Christo piaceva l’Umbria | Quando impacchettò la Fontana di Piazza del Mercato

Una delle ultime volte che l’artista bulgaro Christo (Christo Vladimirov Javacheff, scomparso la scorsa notte a New York a 84 anni ) venne in Umbria, fu nel 2017 in occasione degli incontri de Il Cortile di Francesco.

La Fontana impacchettata

In quell’occasione il grande artista “impacchettatore” di monumenti (in collaborazione preziosa per anni con la moglie Jeanne-Claude Denat de Guillebon) e creatore di altre opere di dimensioni inusitate e al limite del metafisico (come la passerella sul Lago d’Iseo e sul Lago Maggiore), ricordò con l’allora Assessore alla cultura del Comune di Spoleto, Camilla Laureti, la famosa avventura degli anni ’60 (1968) al Festival dei Due Mondi.

Christo impacchettò la Fontana di Piazza del Mercato, suscitando curiosità e reazioni contrastanti nell’allora “giovane” città di provincia appena svezzata all’arte e alle stranezze della cultura contemporanea dal M° Gian Carlo Menotti.

Il Retroscena

Christo svelò anche il gustoso retroscena mai reso noto per cui il vero monumento da impacchettare sarebbe dovuto essere nel 1968 il Teatro Nuovo. Ma vista la difficoltà nel bloccare per arte uno dei contenitori culturali principali della manifestazione spoletina, si ripiegò (con enorme successo ed effetto scenico) sulla Fontana.

Ma la Fontana non fu il solo monumento interessato alla “confezione”. Analogo trattamento venne adottato anche per il Fortilizio dei Mulini alle pendici del Monteluco

L’arte di Christo, che Spoleto ha avuto l’onore e la fortuna di conoscere direttamente – sono state le parole del Sindaco di Spoleto Umberto de Augustinisha rappresentato e rappresenta ancora oggi uno degli esempi più luminosi di quello che la genialità e la visionarietà di un artista possono arrivare a realizzare.

Sono certo che rimarrà in tutti noi il ricordo della magnificenza delle opere che furono visibili a Spoleto nelle tre settimane del Festival del 1968, un’esperienza artistica in uno spazio pubblico che a distanza di oltre 50 anni è senza dubbio tra le immagini più iconiche legate all’arte nella nostra città”.

(Modificato alle 11,31)