Carlo Ceraso
Sgalla, il segretario provinciale della Cgil di Perugia, ha deciso spintaneamente: la Camera del lavoro di Spoleto sarà governata da Francesco Giannini, il segretario della Fiom che con gli anni si è conquistato il soprannome di Mimì metallurgico. La notizia trapela ormai da qualche giorno e trova autorevoli conferme sia nel mondo politico, sia imprenditoriale. Lo stesso Giannini si sarebbe aperto a qualche entusiastica confidenza sul suo prossimo incarico. All’entusiasmo del ‘prescelto’ si contrappongono le lamentele quasi pubbliche dell’attuale responsabile della Camera spoletina, Maurizio Evangelisti, convinto ormai a fare le valigie. Non che le avesse mai disfatte: in pochi s’erano infatti accorti della sua nomina (25 luglio 2009) e lui c’aveva messo il carico evitando accuratamente di non farsi vedere troppo in Cgil.
Sembra una eternità, invece sono passati appena quattro anni da quando la Cgil era viva e vegeta nelle mani di Fausto Stocchi. Oggi è ridotta ad un colabrodo con continue critiche dall’interno e defezioni anche clamorose.
La teoria che Foligno e Perugia stiano da tempo attuando un piano per chiudere, prima o poi, la Camera del Lavoro della città del festival (che ha competenza anche sui comuni di Campello sul Clitunno, Giano dell'Umbria, Castel Ritaldi e quelli della Valnerina) resta in piedi e anche le ultime decisioni sembrano remare in tal senso.
Con il prossimo pensionamento di Evangelisti, Sgalla (ma ad appoggiarlo c’è anche il segretario regionale Mario Bravi) non c’ha pensato su due volte: così ha convocato i segretari delle categorie del comprensorio e comunicato loro la decisione. O così o pomì, pardon, mimì.
Alla faccia del discorso programmatico di inizio mandato durante il quale Sgalla si era mostrato aperto al confronto e al dialogo. Rileggiamo così disse il 30 aprile 2010: “come ho sempre fatto, cercherò la sintesi per tracciare le linee guida su cui intendo operare se avrò il vostro consenso. Abbiamo di fronte a noi un modello di società alternativo ai nostri valori ed ai nostri principi….le scelte che saremo chiamati ad operare, anche quelle interne all’organizzazione, dovranno essere prese in maniera collegiale ed il più possibile condivisa”. Che se lo sa il Cavalier B. gli fa un contratto di consullenza a Palazzo Chigi.
La mossa-Giannini, a quanto trapela, sarebbe stata giustificata dal fatto che Mimì, ormai anche lui prossimo alla pensione, costerebbe poco alle 'magre casse' della Cgil (che a volte però sono grasse): giusto qualche rimborso e la governance è assicurata.
Lui, il prediletto, da qualche giorno è in brodo di giuggiole. Non è proprio la stessa cosa per gli altri dirigenti della Camera, alcuni dei quali starebbero ragionando se abbandonare definitivamente il sindacato della Camusso.
Anche il Pd osserva – neanche a dirlo a debita distanza – l’evolversi dell’affaire, preoccupato di una fuoriuscita di simpatie (leggi voti) verso SEL, il partito al quale tanto Bravi quanto Giannini strizzano l’occhio.
Certo è che l’idea di rinverdire i vertici sembra valere solo per Perugia, Foligno e dintorni: Bravi ne ha 55 anni, Sgalla 42, mentre Giannini ne può vantare ben 60. Difficile però comprendere cosa abbia convinto il bersaniano Sgalla a proporre la candidatura di Giannini. Di sicuro non è per la rappresentatività della Fiom visto che nel comprensorio, eccezion fatta per IMS (ex Pozzi) e Meccanotecnica, di aziende metalmeccaniche non ce n'è più una (e quelle che c'erano, come la Minerva, hanno fatto la fine che si sa).
Nè Giannini sembra vantare doti particolari: quanto a carattere non è certo la persona ideale, permaloso e aggressivo ogni volta che lo si mette in discussione. Di traverso lo guardano i colleghi delle altre due sigle (Cisl e Uil, appresa la notizia, si starebbero sfregando le mani sperando di far incetta di tessere), idem le istituzioni e persino la politica di centrosinistra. Poco seguito anche fra gli operai; ne sa qualcosa il dipendente della Merloni che, intento a chiedergli spiegazioni sul comportamento tenuto dalla Fiom, si è ritrovato sbattuto per terra come ha impietosamente immortalato un video finito su Youtube (guardalo).
Dunque, cosa ha convinto il vertice provinciale e regionale? Mistero, per il momento Mimì metallurgico ha vinto la sua battaglia. Chissà se la Camera del lavoro riuscirà a pareggiare.
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