di Ada Spadoni Urbani (*)
La riapertura al culto della tomba del santo di Assisi, dopo i lavori di restauro durati più di un mese, fa rinnovare anzitutto un sentimento di gratitudine verso i francescani che da sempre ne sono i custodi.
L’evento, a cui hanno voluto in diverso modo essere presenti Ministri e autorità dello Stato, insieme ai vertici della Regione e della Provincia di Perugia, non può, però, essere confinato all’interno di un sia pur eccezionale recupero architettonico. A questo punto gli umbri si aspettano che le Autorità mettano da parte le ideologie e scrivano nello Statuto regionale che i valori espressi nella spiritualità di san Francesco e da lui diffusi nel mondo sono parte integrante della nostra storia e della nostra identità, come quelli di san Benedetto.
La presenza delle massime autorità regionali e provinciali alla cerimonia liturgica celebrata da sua eminenza il cardinal Angelo Bagnasco non può essere, infatti, avulsa dalla consapevolezza che l’Umbria da centinaia di anni respira la cultura francescana e benedettina e che essa è parte del nostro dna, quasi del carattere della nostra gente.
Perciò torno a chiedere che si faccia un esplicito riferimento, nello Statuto regionale, a San Francesco e a san Benedetto e ai valori universali che essi hanno incarnato.
Questo, adesso, è il “restauro” più importante.
(*) Senatrice PdL