Il “re nero” delle nostre tavole protagonista di un incontro della prima commissione consiliare permanente della Provincia. Gli ordini del giorno che avevano ad oggetto “L’emendamento riguardante l’articolo 8 della legge regionale del 26/5/2004” e “la richiesta di una legge regionale che sanzioni con revoca del tesserino e delle licenze di somministrazione alimentare o vendita per tutelare il tartufo umbro, i cavatori onesti, i consumatori e i tartuficoltori” erano stati presentati dal gruppo Fdu e dai gruppi Idv, Comunisti italiani e Rifondazione comunista. In sede di commissione il capogruppo di Rc ha posto l’accento sulla tutela dai cavatori abusivi, ma ha anche insistito sulla difesa della libera raccolta, essendo – ha detto – il tartufo un bene pubblico”. Dal gruppo del Pdci è stata fatta la proposta, accolta a maggioranza, di richiedere che sia fatta una mappatura per mettere in maniera armonica le varie norme locali nel settore del tartufo. Campanello d’allarme dal gruppo Udc: “Il rischio vero – è stato spiegato – è che la tartufaie naturali non esistano più: una massa di cavatori professionisti o semi va senza tutela a distruggerle. Se la politica non mostra un pizzico di coraggio si fa peggio”. Come soluzione al problema il gruppo Udc ha proposto la trasformazione in prodotto agricolo, per una maggiore tutela delle tartufaie naturali. “Se continua così altrimenti non avremo più il tartufo originale dell’Umbria” ha concluso il consigliere dell’Udc. Per il Pd al contrario il re delle tavole non può essere inquadrato come prodotto agricolo in quanto una norma europea lo vieta. “Rivendichiamo in materia il nostro ruolo di Ente di area vasta, che possa dare dei suggerimenti alle Regioni”. Anche secondo L’Idv non si può entrare nelle logiche della tutela come prodotto agricolo “E allora- è stato detto – che ne sarebbe della raccolta dei funghi? Non è possibile tutelare i grandi proprietari terrieri, non ci sto”. Un altro consigliere dell’Idv ha lanciato un altro campanello d’allarme: è in atto una vera depauperizzazione del tartufo: nel Subasio, per esempio, se ne coglie sempre meno, e il prezzo si è abbassato. E’necessaria quindi – è stato concluso – la tracciabilità del prodotto e la repressione dell’uso nella ristorazione dei surrogati del tartufo”. La prima commissione ha poi stilato un nuovo dispositivo dell’ordine del giorno tenendo conto anche delle proposte sopra citate dei commissari
LA I^ COMISSIONE CONSILIARE PROVINCIALE AL “CAPEZZALE” DEL TARTUFO, “VA TUTELATO”.
Mar, 05/04/2011 - 11:46