Luca Biribanti
Il blitz della Guardia di Finanza è scattato dopo una serie di appostamenti nei pressi dell'azienda per verificare un insolito traffico di cittadini di nazionalità cinese, molto più cospicuo di quanto le dimensioni dell'azienda stessa potessero far credere. I sospetti dei militari si sono rivelati fondati, visto che nei locali dell'attività tessile, legata al confezionamento di capi d'abbigliamento e gestita da un cittadino di origini cinesi, hanno trovato un folto numero di persone che stavano lavorando ai filati. L'irruzione dei finanzieri ha generato il panico e si è generato un fuggi fuggi generale, tanto che uno degli operai ha cercato di nascondersi dietro un frigorifero, mentre un altro ha cercato rifugio nella doccia del bagno. Alla fine dell'operazione la GdF ha accertato la presenza di 10 lavoratori in nero di nazionalità cinese, 2 dei quali, di 30 e 35 anni, non in regola con il permesso di soggiorno, sono stati espulsi. Per un altro degli operai sono invece scattate le manette perchè inottemperante a un provvedimento di espulsione emesso a Roma qualche mese fa. Nei guai anche il titolare dell'azienda che è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Terni con l'accusa di aver impiegato nella sua attività un lavoratore clandestino, mentre nei confronti dell'azienda sono scattate pesanti sanzioni amministrative per aver assunto manodopera in nero, circostanza che ha determinato la diffida a mettere in regola i dipendenti secondo le norme contrattuali nazionali. I militari stanno valutando l'ipotesi si sospendere l'attività dell'uomo.
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