Damiano Bernardini, sindaco di Baschi, sta per raccoglie da Tommaso Bori il testimone di segretario del Pd dell’Umbria. Questa la soluzione che si defila nel giorno dei lavori della nuova Assemblea del partito.
In accordo con Sandro Pasquali e con la mozione “Passione Democratica”, in questo modo il partito vuole mettersi comunque al riparo da possibili ripercussioni sul caso giudiziario che vede coinvolto il sindaco di Passignano sul Trasimeno.
L’annuncio di Carlo Emanuele Trappolino, candidato della mozione “Casa Democratica”, di voterà per Damiano Bernardini, ha sancito la spaccatura della minoranza interna al partito.
La scelta su Bernardini

Una scelta, quella del “lascito” di Pasquali a favore di Bernardini, dettata dalla prudenza, per prevenire anche probabili stop dal nazionale, considerando anche che la segretaria Schlein non si è esposta a favore degli amici umbri.
Una scelta, comunque sulla linea della mozione che, sull’asse B&B (la linea del segretario uscente Bori e quella dei bocciani dentro e fuori il Consiglio regionale) ha raccolto un ampio consenso tra gli iscritti, occupando 155 seggi del parlamentino dem umbro, contro i 95 della mozione che aveva candidato Carlo Emanuele Trappolino. Una rapida staffetta, Pasquali-Bernardini (con il primo che viene proclamato e subito dopo si dimette, proponendo il successore all’Assemblea) che mantiene comunque la scelta di affidarsi a persone giovani, ma comunque di esperienza amministrativa.
L’Assemblea regionale Pd
Tra gli eletti di “Passione Democratica” compaiono molti sindaci: Michele Moretti (Marsciano), Lorenzo Pierotti (Corciano), Stefano Veschi (San Giustino), Mario De Carolis (Cascia), Annarita Falsacappa (Bevagna), Gianluca Moscioni (Lisciano Niccone), Luca Dini (Paciano), Erigo Pecci (Bastia Umbra), Mirko Rinaldi (Montone), Francesco Federici (Massa Martana), Francesco Rizzuti (Pietralunga), Daniele Longaroni (Castel Viscardo), Fabio Di Gioia (Arrone), Giampiero Lattanzi (Guardea), Federico Gori (Montecchio), Lorenzo Lucarelli (Narni). Numerosi anche gli amministratori locali: Ramona Furiani, Costanza Spera, Jada Commodi, Alessio Meloni, Donatella Casciarri, Elena Ranfa,Filippo Corbucci, Mariella Facchini, Lorenzo Ermenegildi, Francesco Zuccherini, Sara Motti, Alessia Tasso, Sara Volpi, Vanessa Stortini, Marco Cardile, Francesca Pasquino, Mattia Melani, Federico Balducci, Francesca Corazzi, Paolo Lupattelli, Nicola Paciotti, Leonardo Patalocco. Nella folta pattuglia B&B anche Rita Zampolini, Giorgio Dionisi, Fiorello Primi, Leo Venturi, Mario Tosti, Carlo Elia Schoen, Alessandro Borscia, Gianluca Moscoloni, Simone Rondolini, Tiziana Chiodi, Gianni Fiorucci, Mario Gammarota, Alfredo Andreani, Cristina Monaldi, Marco Clementini, Antonio Candeliere, Massimiliano Baroni, Silvia Fringuello, Lorenzo Cortoni, Francesca Agostini, Valeria Masiello, Marco Cannoni, Michele Sarli, Chiara Pepi, Federico Bevignani, Andrea Sacco.
“Casa Democratica”, con Carlo Emanuele Trappolino, ha portato in Assemblea l’ex segretario del Pd di Perugia Paolo Polinori, il consigliere comunale di Perugia Marko Hromis, da Spoleto il presidente del Consiglio comunale Marco Trippetti e l’assessore Danilo Chiodetti, l’ex segretario Pd di Foligno Maura Fringuello, l’ex sindaco di Amelia Fabrizio Bellini, l’ex consigliere regionale Mara Gilioni, l’ex assessore comunale di Terni Vittorio Piacenti D’Ubaldi, l’ex sindaco di Orvieto Giuseppe Germani. Gli altri nomi sono quelli di Mariella Spadoni, Giovanni Manca, Rita Barbetti, Carla Erbaioli, Umberto Magni, Noemi Marziani, Aurora Caporali, Fabrizio Puggioni, Morena Bigini, Federico Cesaretti, Stefano Vinti, Piero Settimi, Mario Fattorini, Vincenzo Scorza, Jonathan Monti, Cristina Croce, Sandro Corradi, Claudia Polli, Luisa Basili, Sandro Foschi, Nicoletta Filipponi, Sandro Piccinini, Andrea Delle Guanti, Giulia Frizza, Di Girolamo Michele, Federica Sebastiani, Nicoletta Valli, Sandro Piermatti, Alberto Pileri.
Il caso Terni
La scelta di virare su Damiano Bernardini è anche legata alla necessità di mediare nell’area ternana, dove la corsa per l’Assemblea provinciale tra lo stesso Bernardini e Pierluigi Spinelli si è risolta in un sostanziale pareggio. Il via libera a Bernardini per il regionale potrebbe aprire la strada nel feudo ternana alla componente di “Casa Democratica”. Ma un accordo in tal senso, tra maggioranza e minoranza nel partito, ufficialmente non c’è stato. E la mozione maggioritaria, vista anche la spaccatura in seno alla minoranza, non sembra intenzionata a fare particolari concessioni.
Poi, giovedì mattina, la soluzione che era nell’aria: la mozione “Passione Democratica” chiede il rinvio dell’elezione del segretario provinciale di Terni, dato che perfetta parità dei membri dell’Assemblea (40 contro 40) non consente di avere una maggioranza. “Il Partito Democratico provinciale di Terni – si legge in una nota – è in una crisi politica che non può essere né ignorata né minimizzata. Le forzature e le contrapposizioni interne rischiano di acuire la frammentazione del nostro campo, proprio nel momento in cui servirebbero coesione, ascolto e visione condivisa” viene spiegato nella nota.
(ultimo aggiornamento giovedì 10 luglio ore 9.45)