Mattarella e la legge Morandi: "Giusti risarcimenti per crolli, ma no a discriminazioni" - Tuttoggi.info

Mattarella e la legge Morandi: “Giusti risarcimenti per crolli, ma no a discriminazioni”

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Mattarella e la legge Morandi: “Giusti risarcimenti per crolli, ma no a discriminazioni”

Mar, 15/04/2025 - 15:03

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(Adnkronos) – La cosiddetta pdl Morandi, vale a dire la legge che stabilisce ‘benefici in favore delle vittime di eventi dannosi, derivanti da cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale’, come appunto il Ponte Morandi a Genova, approvata dal Senato il 21 novembre del 2024 e dalla Camera il 20 marzo scorso, va promulgata. Il Parlamento, infatti, ha dato il via libera in maniera unanime ed è doveroso risarcire le vittime di gravi incidenti per dare una risposta alla “sofferenza dei familiari”. Da qui il via libera del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, anche se occorrono “interventi integrativi e correttivi” per sanare “punti che non appaiono in linea con principi e norme della Costituzione”. Il capo dello Stato li segnala in una lettera inviata ai presidenti del Senato, della Camera e del Consiglio. 

Innanzi tutto “l’incertezza interpretativa della categoria di infrastruttura ‘di rilievo nazionale’ che non risulta di agevole determinazione” e che “non è ragionevole e contrasta con il principio di eguaglianza di cui all’articolo 3 della Costituzione”. Perché escludere “analoghi benefici nel caso di vittime di cedimenti di altre sedi stradali”, come ad esempio un viadotto comunale? E perché non comprendere anche scuole, ospedali, teatri o impianti sportivi?
 

Mattarella si sofferma poi su una serie di disposizioni che creano “un’inaccettabile discriminazione” a livello di risarcimenti tra coniugi, conviventi e parti di unioni civili e i figli e i parenti di questi soggetti. Norme che si pongono in contrasto con varie sentenze della Corte costituzionale che “hanno costantemente riconosciuto i diritti derivanti dalla convivenza stabile e dalle unioni civili, quali ‘rapporti ormai entrati nell’uso’, ‘comunemente accettati accanto a quello fondato sul vincolo coniugale’ e normativamente riconosciuti”. Viola perciò l’articolo 3 della Costituzione una disciplina che differenzi “i summenzionati rapporti senza adeguata, comprovata e ragionevole motivazione”. 

Infine il presidente della Repubblica segnala che l’aver previsto fondi per 7,1 milioni per il 2025 e 1,6 milioni a decorrere dal 2026 può limitare la parità tra soggetti qualora le risorse si esauriscano e risultino insufficienti per far fronte a tutti i risarcimenti necessari. (di Sergio Amici)  

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