L’alto astensionismo tra gli elettori che alle europee dello scorso giugno avevano votato Fratelli d’Italia. Che a Perugia hanno premiato Forza Italia (evidente l’effetto Romizi) e a Terni, probabilmente per protestare contro l’alleanza con Bandecchi, sono stati dirottati anche alle formazioni di sinistra.
Ma a fare la differenza, decretando il successo di Stefania Proietti su Donatella Tesei, sono state le liste civiche. Non quelle legate alle candidate alla presidenza (che anzi ha premiato Tesei), quanto lo schema messo in campo dal centrosinistra con i quasi 8mila voti di Umbria per la Sanità pubblica e i 5mila di Civici Umbri. Da qui arrivano ben 13mila dei circa 18mila voti di scarto che hanno decretato la vittoria di Proietti su Tesei. Oltre alla spinta in più dato dalla candidata. E questo, in un sostanziale pareggio dell’apportato dato dai partiti tradizionali dei due schieramenti (circa 125mila voti a testa).
E’ quanto emerge dall’analisi sui flussi di voto, curata da Bruno Bracalente e da Antonio Forcina, già professori ordinari di Statistica all’Università degli Studi di Perugia, in collaborazione con il dottor Nicola Falocci del Servizio “Valutazione delle politiche, Controllo e CoReCom” dell’Assemblea legislativa della Regione Umbria. Analisi che è stata presentata a Palazzo Cesaroni.
La fedeltà ai partiti
E’ degli lettori della Lega la fedeltà più grande: il 71% ha confermato alle regionali il voto espresso alle europee di giugno. Fedeltà alta anche nel Pd: sopra il 65%, con un quasi 16% che ha votato comunque le liste civiche di centrosinistra, tra cui quella per la Sanità pubblica che vedeva in campo diversi ex esponenti dem.
Solo un terzo degli elettori di Fratelli d’Italia, invece, ha confermato il voto delle europee. Il 9% stavolta ha scelto la lista Tesei e il 9,4% Forza Italia. Con quasi un 2% che ha invece dirottato il proprio voto sul Pd. Ma soprattutto, il partito di Giorgia Meloni in Umbria paga il prezzo più alto all’astensionismo: il 47% stavolta ha disertato le urne.
Tra gli elettori di Forza Italia, la metà ha confermato la propria scelta, il 5,6% si è spostato su FdI e soprattutto un quinto sulla civica.
Quanto agli elettori pentastellati, un terzo ha confermato la propria scelta, il 15,7% s è sposato sul Pd el’8,8% sulle civiche, con un 41% che non si è recato alle urne. Astensionismo molto alto (35,4%) tra gli elettori di AVS, fedeli al 34,6% al proprio partito, con un 21% che ha scelto le civiche di centrosinistra.
L’astensionismo
Tutti i partiti pagano un prezzo alto all’astensionismo. Più basso nel Pd (16,5%) e nella Lega (17,6%). Che però in termini assoluti non hanno riportato alle urne, dopo 5 mesi, rispettivamente 103.600 elettori e 36.500 elettori. Ma Fratelli d’Italia ne ha lasciati a casa più di 128mila.
Il professor Bracalente ha parlato di aumento preoccupante dell’astensionismo. Un dato simile a quello del 2015, che portò alla vittoria bis per la Marini, anche in quel caso con uno scarto modesto. Solo che, evidenzia, stavolta il voto in Umbria era politicamente un test per il Governo, come dimostrato dalla massiccia presenza dei leader nazionali in Umbria.
In 30 anni l’Umbria ha perso 220mila elettori.
I casi Terni e Perugia
A Terni, nella città del sindaco Bandecchi, c’è stata un’alta percentuale di non votanti tra gli elettori della Lega e di AP (conteggiati insieme nello studio), ma l’astensionismo è stato alto anche in FdI (dove la metà degli elettori è rimasto fedele alla scelta fatta a giugno). Le fedeltà maggiore è stata quella degli elettori del Pd: più di 3 su 4 hanno confermato la scelta delle europee.
A Perugia quasi un quarto degli elettori di Fratelli d’Italia si è dirottato su Forza Italia, cosa che si spiega con l’effetto Romizi (che ha manutenuto una fedeltà del 41% del suo partito). Ma FdI è anche il partito che paga uno scotto maggiore, anche nel capoluogo regionale, all’astensionismo: oltre il 21% non si è recato alle urne. La Lega registra le fedeltà maggiore (82%), mentre nel Pd quasi il 22% degli elettori si sono spostati sulle liste civiche di centrosinistra.