I precari del mondo della ricerca hanno attivato – lo scorso 23 ottobre – un presidio per informare e sensibilizzare sull’attuale condizione lavorativa e prospettive future dei ricercatori del CNR: “Come precari ci stiamo impegnando in prima linea in azioni di informazione e sensibilizzazione sull’attuale condizione lavorativa e prospettive future, partecipando attivamente ad iniziative a livello nazionale e locale”, si legge in una nota.
L’iniziativa si è svolta in concomitanza con la riunione del CDA dell’Ente, i precari di tutte le sedi Italiane del CNR hanno posto in essere azioni di mobilitazione. “Anche in Umbria, in cui sono presenti più di 50 precari tra ricercatori, tecnologi e personale tecnico/amministrativo con contratti a tempo determinato, assegni di ricerca e borse di studio, si sono mobilitate le sedi del CNR IBBR, IOM, ISAFOM, IRPI e SCITEC a Perugia e IRET a Porano, con il prezioso supporto anche di numerosi strutturati”, il bilancio in una nota.
La mobilitazione è dovuta all’assenza di risposte da parte della presidenza del CNR alle specifiche richieste congiunte delle OOSS (FLC CGIL, FIR CISL, UIL RUA) e dei precari uniti dell’ente sui seguenti punti:
1) definizione quanto prima di un percorso di reclutamento straordinario per tutti i ricercatori, tecnologi e tecnici-amministrativi secondo “Legge Madia” (D.Lgs n.75/2017), al fine di consolidare le competenze e le professionalità;
2) raggiungimento di una stabilità contrattuale e lavorativa anche attraverso l’applicazione della tenure track (art. 12bis D.Lgs 218/2016), strumento grazie al quale un contratto a termine può essere “convertito” in un contratto a tempo indeterminato;
3) che venga intrapreso un percorso virtuoso attraverso la programmazione delle attività di ricerca che consenta il superamento del precariato e impedisca la formazione di nuovo precariato strutturale, conseguenza dell’uso sistematico di contratti flessibili.