Cinque “Daspo Willy” emessi nei confronti di alcuni dei partecipanti alla rissa che era avvenuta nei pressi di un bar di Norcia a luglio scorso. Due gruppi di persone – due imprenditori molisani, titolari di ditte che stanno lavorando nei cantieri della ricostruzione, e quattro giovani della zona, tra cui un minorenne – si erano scontrati prima verbalmente per poi picchiarsi, con una persona che era finita all’ospedale cittadino con una prognosi di 25 giorni. La violenta lite era stata sedata dai carabinieri della Compagnia di Norcia, che alla fine appunto avevano denunciato 6 persone: un 40enne ed un 45enne molisani (con precedenti di polizia) e quattro giovani di 17, 18, 20 e 22 anni.
Ora, appunto, per 5 di loro è scattato anche il provvedimento emesso dal questore di Perugia di “Divieto di accesso ai pubblici esercizi e locali di pubblico intrattenimento”: per 2 per la durata di 1 anno e 6 mesi e per gli altri 3 per la durata di 1 anno.
Il Questore della Provincia di Perugia, dottor Fausto Lamparelli, infatti, esaminati gli atti e la proposta formulata dalla Compagnia carabinieri di Norcia (guidata dal capitano Simone Alfano), che ha svolto gli approfondimenti merito sull’accaduto, in considerazione delle modalità con cui si era svolto il fatto e l’allarme sociale creato, ritenendo la condotta tenuta dalle persone coinvolte tali da determinare una situazione di grave pericolo e turbativa dell’ordine e la sicurezza pubblica, al fine di tutelare i cittadini che sono soliti frequentare quei luoghi ed evitare il ripetersi di episodi analoghi, ha adottato nei loro confronti la misura di prevenzione personale del cosiddetto “Daspo Willy”.
Cosa prevede il “Daspo Willy”
Il provvedimento dell’Autorità provinciale di Pubblica Sicurezza vieta ai destinatari l’accesso all’esercizio per la rispettiva durata, nonché lo stanziamento nelle immediate vicinanze dello stesso. Il “Daspo Willy” costituisce una misura di prevenzione personale di competenza del Questore, che rientra nella categoria dei “divieti di accesso alle aree urbane”, la cui disciplina è stata potenziata nel dicembre 2020, dopo i tragici fatti che portarono all’omicidio del ventiduenne Willy Monteiro a Colleferro (Roma). La violazione del provvedimento citato integra un autonomo delitto, punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e la multa da 10 a 24 mila Euro.