(Adnkronos) - Questa mattina gli agenti della Squadra Mobile di Roma e del Commissariato Romanina, dopo una complessa attività investigativa svolta con il coordinamento della Procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Roma nei confronti di un 37enne e un 34enne appartenenti alla famiglia Casamonica, poiché gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, tentata estorsione e truffa. Le indagini, avviate in seguito a una denuncia presentata nel dicembre del 2019 per un’estorsione effettuata dal più grande dei due, hanno permesso di documentare almeno altri 10 episodi, alcuni dei quali commessi in concorso con l'altro destinatario della misura cautelare, appartenente alla stessa famiglia.
Le indagini sulla sussistenza di un’associazione mafiosa, radicata nella zona Appia-Tuscolana con base operativa nella zona di Porta Furba, hanno permesso di accertare che la famiglia Casamonica era dedita ad attività criminali tra cui cessione di stupefacenti, usura, estorsione intestazioni fittizie di beni e attività commerciali, esercizio abusivo di attività finanziarie e reati in materia di armi. Al termine dell'attività investigativa, conclusa nel 2022, ai due indagati è stata contestata l’estorsione commessa avvalendosi della forza di intimidazione derivante dall’appartenenza alla nota famiglia e – solo al trentasettenne – anche la truffa aggravata e l’usura poiché, grazie al metodo mafioso, ha commesso varie estorsioni nei confronti di alcune vittime al fine di auto-riciclare i proventi delle proprie attività criminali.
Nello specifico, l’uomo praticava estorsioni prospettando alle vittime pestaggi, anche mortali, e rappresentandogli provvedimenti giudiziari falsi a loro carico mentre, l’usura si consumava con il prestito di somme di denaro applicando tassi pari a circa il 300%; infine, i guadagni venivano riciclati successivamente procurandosi ticket vincenti delle scommesse alle Vlt, giocate da soggetti terzi che erano, però, abbinati formalmente al codice fiscale del trentasettenne.
(Adnkronos) – Questa mattina gli agenti della Squadra Mobile di Roma e del Commissariato Romanina, dopo una complessa attività investigativa svolta con il coordinamento della Procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Roma nei confronti di un 37enne e un 34enne appartenenti alla famiglia Casamonica, poiché gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, tentata estorsione e truffa. Le indagini, avviate in seguito a una denuncia presentata nel dicembre del 2019 per un’estorsione effettuata dal più grande dei due, hanno permesso di documentare almeno altri 10 episodi, alcuni dei quali commessi in concorso con l’altro destinatario della misura cautelare, appartenente alla stessa famiglia.
Le indagini sulla sussistenza di un’associazione mafiosa, radicata nella zona Appia-Tuscolana con base operativa nella zona di Porta Furba, hanno permesso di accertare che la famiglia Casamonica era dedita ad attività criminali tra cui cessione di stupefacenti, usura, estorsione intestazioni fittizie di beni e attività commerciali, esercizio abusivo di attività finanziarie e reati in materia di armi. Al termine dell’attività investigativa, conclusa nel 2022, ai due indagati è stata contestata l’estorsione commessa avvalendosi della forza di intimidazione derivante dall’appartenenza alla nota famiglia e – solo al trentasettenne – anche la truffa aggravata e l’usura poiché, grazie al metodo mafioso, ha commesso varie estorsioni nei confronti di alcune vittime al fine di auto-riciclare i proventi delle proprie attività criminali.
Nello specifico, l’uomo praticava estorsioni prospettando alle vittime pestaggi, anche mortali, e rappresentandogli provvedimenti giudiziari falsi a loro carico mentre, l’usura si consumava con il prestito di somme di denaro applicando tassi pari a circa il 300%; infine, i guadagni venivano riciclati successivamente procurandosi ticket vincenti delle scommesse alle Vlt, giocate da soggetti terzi che erano, però, abbinati formalmente al codice fiscale del trentasettenne.