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Brand Journalism Festival, un’opportunità anche per la stampa

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Brand Journalism Festival, un’opportunità anche per la stampa

Gio, 10/10/2024 - 19:02

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(Adnkronos) - Finora il brand journalism è stato confinato in un perimetro chiuso e poco frequentato dalla stampa tradizionale, quella considerata mainstream. Oggi con il Brand Journalism Festival, in programma il 12 novembre al Talent Garden Ostiense, si può provare a fare un passo avanti. L'iniziativa, presentata oggi in Capidoglio, è promossa da Social Reporters, startup specializzata in brand journalism e live communication.  

Tre main media partner, Adnkronos, Il Fatto Quotidiano e Fortune Italia, hanno scelto di sostenerla, lanciando un segnale importante nella direzione di un confronto più trasparente e costruttivo tra informazione, comunicazione e aziende.  

Per raggiungere questo obiettivo sono necessarie alcune condizioni poco negoziabili. Il Festival deve essere un territorio aperto al confronto su temi che sono centrali anche per lo sviluppo futuro del giornalismo e dell’editoria. Serve un approccio laico, sano, a un tema per troppo tempo confinato dentro un perimetro ideologico e la condivisione di analisi, esperienze e prospettive deve essere un valore aggiunto. In questo modo, può diventare un'opportunità per accorciare le distanze tra mondi che devono fondare le loro relazioni sul rispetto reciproco, su regole chiare e competenze che vanno valorizzate.  

Siamo tutti, giornalisti, comunicatori e aziende, dentro un rapidissimo processo di trasformazione, che non è solo innovazione tecnologica ma anche evoluzione delle abitudini, dei linguaggi e dei mercati di riferimento. Sentiamo la responsabilità, che condividiamo con le altre testate, di preservare il valore dell’informazione professionale in un contesto profondamente cambiato. Si può sostenere solo accettando la sfida del confronto e della contaminazione, senza per questo rinunciare alla propria identità. La chiave è la qualità di quello che si fa. E per valorizzare quello che facciamo serve un salto di qualità culturale, nelle redazioni e nelle aziende e ovunque si scelga di produrre contenuti. E’ indispensabile riconoscersi, scegliersi e rispettarsi, tutelando l’asset principale che abbiamo, la credibilità.  

Un suggerimento, che è anche una provocazione da cui partire. Insieme al racconto delle cose che funzionano, le best practice, portiamo all'interno del perimetro che vogliamo costruire anche gli errori, i problemi, le criticità. Possono aiutare a crescere. (Di Fabio Insenga) 

(Adnkronos) – Finora il brand journalism è stato confinato in un perimetro chiuso e poco frequentato dalla stampa tradizionale, quella considerata mainstream. Oggi con il Brand Journalism Festival, in programma il 12 novembre al Talent Garden Ostiense, si può provare a fare un passo avanti. L’iniziativa, presentata oggi in Capidoglio, è promossa da Social Reporters, startup specializzata in brand journalism e live communication.  

Tre main media partner, Adnkronos, Il Fatto Quotidiano e Fortune Italia, hanno scelto di sostenerla, lanciando un segnale importante nella direzione di un confronto più trasparente e costruttivo tra informazione, comunicazione e aziende.  

Per raggiungere questo obiettivo sono necessarie alcune condizioni poco negoziabili. Il Festival deve essere un territorio aperto al confronto su temi che sono centrali anche per lo sviluppo futuro del giornalismo e dell’editoria. Serve un approccio laico, sano, a un tema per troppo tempo confinato dentro un perimetro ideologico e la condivisione di analisi, esperienze e prospettive deve essere un valore aggiunto. In questo modo, può diventare un’opportunità per accorciare le distanze tra mondi che devono fondare le loro relazioni sul rispetto reciproco, su regole chiare e competenze che vanno valorizzate.  

Siamo tutti, giornalisti, comunicatori e aziende, dentro un rapidissimo processo di trasformazione, che non è solo innovazione tecnologica ma anche evoluzione delle abitudini, dei linguaggi e dei mercati di riferimento. Sentiamo la responsabilità, che condividiamo con le altre testate, di preservare il valore dell’informazione professionale in un contesto profondamente cambiato. Si può sostenere solo accettando la sfida del confronto e della contaminazione, senza per questo rinunciare alla propria identità. La chiave è la qualità di quello che si fa. E per valorizzare quello che facciamo serve un salto di qualità culturale, nelle redazioni e nelle aziende e ovunque si scelga di produrre contenuti. E’ indispensabile riconoscersi, scegliersi e rispettarsi, tutelando l’asset principale che abbiamo, la credibilità.  

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