PRONTO NEL 2011 UN IMPIANTO PER BIOMASSE A CAMPELLO SUL CLITUNNO (foto Tuttoggi.info) - Tuttoggi.info

PRONTO NEL 2011 UN IMPIANTO PER BIOMASSE A CAMPELLO SUL CLITUNNO (foto Tuttoggi.info)

Redazione

PRONTO NEL 2011 UN IMPIANTO PER BIOMASSE A CAMPELLO SUL CLITUNNO (foto Tuttoggi.info)

Dom, 05/12/2010 - 08:53

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(F.d.a.) Già nel 2011 potrebbe entrare in funzione un impianto a biomasse nel comune di Campello sul Clitunno, su cui l'amministrazione, insieme all'azienda Esco (Energy service company) Lazio, Legambiente Umbria e ad alcuni produttori locali, sta lavorando da un'anno e mezzo.

Questa la novità presentata nel convegno di ieri sulle Agroenergie, organizzato dai partner del progetto, tenuto in una sala consiliare letteralmente gremita di operatori del settore, giornalisti e semplici interessati, alla presenza dell'assessore regionale all'Agricoltura Fernanda Cecchini.

Due gli obbiettivi dell'incontro: presentare pubblicamente il progetto, già definitivo e più volte sottoposto al parere della provincia di Perugia (competente in materia) e sollecitare la messa a punto di una normativa sulle agroenergie che renda “legali” alcuni dettagli di produzione del'impianto, regolando una volta per tutte il funzionamento di simili “biodigeritori” in Umbria.

“Abbiamo calcolato sei mesi per l'iter burocratico in regione e altrettanti per la realizzazione dell'impianto”, ha detto Fabio Barcaioli, agronomo di Esco Lazio, che ha illustrato i dettagli del progetto. “Fermo restando che l'assessore riesca a portare in giunta la nuova normativa e che questa sia approvata nell'arco di un mese”.

Il nuovo impianto -di cui sorprende sentir parlare solo adesso, in fase ormai definitiva, dopo le numerose polemiche sul mancato coinvolgimento della cittadinanza mosse da Legambiente a proposito di altri progetti più o meno analoghi- sarà un biodigestore della potenza di 999 kw annui. Un solo kw, dunque, sotto la soglia del megawatt, che gli permetterà di usufruire dei preziosi incentivi statali per gli impianti di piccole e medie dimensioni.

“Noi promuoviamo l'idea che i sottoprodotti agricoli siano considerati una risorsa e non un rifiuto”, ha detto Alessandra Paciotto, responsabile di Legambiente Umbria. “Mentre finora l'unico impianto che agisce in questi termini e che è stato autorizzato, invece di biocompostare lo scarto zootecnico lo termovalorizza”, aggiunge, polemizzando contro il contestato inceneritore a pollina della ditta Novelli, in fase di costruzione sui monti alle spalle di San Martino in Trignano.

Obbiettivo del nuovo impianto sarà la trasformazione in energia della sansa, dell'acqua di vegetazione e di altri scarti della produzione di olio della zona di Campello e delle aree immediatamente limitrofe (18 i frantoi potenzialmente coinvolti).

“Confrontandoci con Gradassi (Carlo-n.d.r.) e altri imprenditori della zona, abbiamo rilevato come quello dei residui fosse un costo oneroso per la produzione di olio”, ha detto il sindaco di Campello Paolo Pacifici. “Dopodiché ci siamo confrontati con tutti quelli che più di noi ne sanno, e che ci possono dare un parere importante”, ha aggiunto, riferendosi alla gestione del progetto in mano a Legambiente e ad Esco Lazio, azienda che sta lavorando su simili impianti nel Lazio, in Emilia Romagna e Piemonte.

Una volta a regime, l'impianto tramuterà in energia e riscaldamento dei prodotti organici, che verranno definiti ogni anno a seconda degli esiti dei raccolti e delle disponibilità. I residui dell'olivicoltura costituiranno il 40 per cento del materiale “trattato” annualmene. Un'altro 51 per cento sarà costituito da “insilato” di cereali, che saranno appositamente coltivati in 130 ettari circostanti all'area industriale di Campello, fino ad oggi coltivati per lo più a tabacchi. Infine, il restante nove per cento delle materie prime saranno reflui di allevamenti suini, di provenienza non ancora chiarita.

Quello dei materiali “in entrata” nell'impianto sembra essere uno dei punti meno certi del progetto, in quanto non è chiaro chi deciderà di anno in anno quali prodotti trattare e in quali percentuali, stante il fatto che l'impianto sarà abilitato a trattare qualsiasi tipo di materiale organico.

Come ha ricordato il responsabile agricoltura di Legambiente, nonché senatore del Pd, Francesco Ferrante, un impianto che utilizza “una percentuale minima di (prodotto agricolo) dedicato non è proprio il massimo dal punto di vista ambientale”, mentre l'impianto in questione lavorerà addirittura con il 51 per cento delle materie prime provenienti da raccolti appositi.

“Bisognerà capire adesso, prima che venga realizzato, se il biodigestore di Campello raccoglierà solo biomasse agricole o anche il residuo organico proveniente dalla raccolta differenziata”, ha avvisato il sindaco Pacifici, che ha ricordato anche che in questo genere di impianti “il bilancio energetico positivo si ottiene quando si utilizzano gli elementi che vengono già prodotti sul territorio, applicando il principio di un impianto a 'km zero'”.

L'altro punto di criticità dell'impianto, che non ha emissioni aeree facendo una “biodigestione anaerobica” (ovvero estraendo il gas attraverso dei batteri e senza l'ausilio della chimica), è il destino del “digestato”, ovvero dei resti organici residui al trattamento.

Secondo il prof. Antonio Poletti, del dipartimento di Chimica dell'università di Perugia, per restare valido in termini economici il progetto dovrà riutilizzare tutto il digestato per la fertilizazione dei campi, ma dovrà fare i conti con delle stringenti normative che regolano la quantità di azoto (di cui il digestato è ricco) sparso nei terreni. Per ovviare a questo problema, Poletti ha detto che sarà necessario ricorrere a dei “processi chimici, messi a punto dalla società specializzata Sereco”.

L'assessore regionale Cecchini, infine, ha chiuso il cerchio degli interventi apprezzando il progetto e dicendosi fiduciosa sull'iter rapido di una normativa regionale, scritta con i pareri di Confederazione italiana agricioltori (Cia), Coldiretti e Legambiente, che meglio regoli il settore e che dia via libera a questo genere di impianti in tutta l'Umbria. “Penso che se noi saremo bravi entro una mesata potremo concludere, e portare quel regolamento in giunta”, ha detto la Cecchini.


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