Poi dice che Spoleto non ha i numeri!! Il profilo alto e dominante lo vedi solo quando conquisti una laurea Honoris Causa – con tocco e collare non sia mai – o ti invitano a tenere una Lectio Magistralis nel corso di un Festival importante dove si discute nel caso specifico del rapporto virtuoso tra Cultura e Impresa.
Ed è proprio quello che è toccato al sindaco di Spoleto, Andrea Sisti, che il prossimo 12 ottobre dovrebbe tenere una Lectio Magistralis sull’argomento così illustrato nel programma ufficiale: Il Festival più famoso al mondo si presenta. Che, poi, il solito soggetto anonimo che passa come sempre distrattamente da qui, potrebbe anche dire, “Ma perché – si presenta? – non era già il più famoso, che bisogno c’era?“
Indubbiamente non c’è voce più qualificata del Sindaco della città interessata e più famosa, e pure Presidente pro tempore della Fondazione Festival dei Due Mondi di Spoleto, organismo che ne regge le sorti amministrative ed organizzative.
Il sindaco poi è fresco fresco di una presentazione ufficiale fuffosa, tenutasi in Comune, dei dati sull’economia dei territori in rapporto a quella regionale e che la Camera di Commercio dell’Umbria, alla presenza anche dell’immancabile Presidente, Giorgio Mencaroni, ci è venuta a proferire.
Lo sapevate che siamo un territorio in declino dove i numeri generali sono negativi, l’emigrazione giovanile è una costante come il calo demografico e regge botta solo la filiera dell’olio? E che ci vuoi fare, ci hanno anche studiato per ricordarcelo!
Ovviamente nessuno che in questa occasione abbia alzato un ditino per chiedere conto a cosa serva in generale la Camera di Commercio nel mondo contemporaneo. Ma soprattutto implorare un po’ di chiarezza su come si determinano i contributi a manifestazioni importanti, magari compreso il Festival dei Due Mondi. Ma in ogni caso come ebbe a dire Giovanni Paolo II in Sicilia, “Covertitevi, verrà un giorno il giudizio di Dio”.
E così c’è viva apprensione per conoscere il contenuto della blasonata Lectio Magistralis del sindacone nostro.
Un parere “illuminato” sul Festival (sicuramente un tempo) più famoso del mondo che attende però con ansia le decisioni del neo Ministro Giuli – chiamato per di più a recuperare certi ritardi del predecessore Sangiuliano – su nuovo Statuto e nomine, Un paio di argomentini niente male su cui proprio Sisti, pur senza potere giuridico – e neanche economico – vorrebbe mettere il proprio sigillo magistralis.
Un ripassino alla storia della kermesse risulterà in ogni caso propedeutico, in vista dell’appuntamento, non foss’altro per scongiurare il ripetersi di qualche gaffe e rovescino cronologico dovuto alla prescia di dire tutto tutto. Come dimenticare quando, alla presentazione di Spoleto Capitale della Cultura 2025, si impapocchiò prima con la data di “Sculture nella città” di Carandente fissata al 1958 (era in realtà il 1962) e la nascita stessa del Festival, indicata nel 1956 (Menotti lo fondò nel 1958). L’errore, di fronte ad una Lectio magistralis, stavolta potrebbe essere sanzionato con inginocchiamento immediato sui ceci, secchi! Come se un docente di storia, a caso eh, affermasse che Annibale venne fermato al Trasimeno (e non a Spoleto, dove peraltro l’evento è celebrato sul pregevole sipario del Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti).
La super Lectio Magistralis, se le informazioni non ingannano, è in programma in quel Festival Economia della Cultura, organizzato dalla Regione Lazio e realizzato da Lazio Innova, e che sarà itinerante tra Viterbo (11-13 ottobre) e Zagarolo (18-19 ottobre).
Economia della cultura, ecco. Più volte ci siamo sperticati a dire che occorreva uno studio serio che indagasse gli effetti economici del Festival e delle altre manifestazioni longeve – come il Teatro Lirico Sperimentale – sulla città di Spoleto. Al netto di Don Matteo – di cui ancora i turisti non riescono a sapere dove sia casa – non abbiamo mai chiarito, dopo ben 68 anni per il Due Mondi e dopo 78 anni per il Lirico Sperimentale, quale sia la penetrazione economica effettiva e su quale tessuto imprenditoriale specifico.
Magari per fare questo studio approfondito (che ovviamente a Perugia è già stato fatto, manco a dirlo), ci potrebbero dare due spicci anche i gentiluomini della Camera di Commercio fuffosa invece di venirci a dire che Cristo è morto di freddo.
Dunque l’attesa per la nostra discesa in Tuscia è davvero spasmodica. Non foss’altro perchè colà siamo molto noti, come quando l’autorevole Consigliere comunale Enzo Alleori si recò in convegno scientifico a Vitorchiano – alta Tuscia e rimase fortemente impressionato dalle evidenze scientifiche del dibattito lì fatto. Tanto che al suo ritorno pugnò con fervore affinchè si cambiasse un Ordine del giorno del nostro Consiglio Comunale per discutere immantinente della pericolosa e temibile Cimice Asiatica, perniciosissimo insettaccio che parla per ideogrammi.
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Che sia L’Aurora Polaris della Lectio Magistralis? Dicesi Aurora Polaris: un fenomeno luminoso spettacolare che affascina per via dei suoi colori che illuminano il cielo. In base all’emisfero nel quale si manifesta si parla di aurora boreale e australe.
Perché in effetti non ci facciamo capaci di cosa mai si potrà dire a sostegno della titolazione magniloquente di “Festival più famoso del Mondo”. Manco a dire che i programmi artistici degli ultimi 3 anni abbiano avuto consenso unanime di critica e gradimento. Appena appena quest’ultima edizione ha trovato un percorso dritto. Tuttavia un sospetto-indiscrezione ce l’abbiamo e lo riportiamo qui come ce lo sentiamo.
Se è vero come è vero – direbbero i filosofi – che il Festival è sostenibile, il discorso del nostro Primo cittadino sarà imperniato e sosterrà che non temiamo confronti in nessun versante degli emisferi, a Nord quanto a Sud, dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno. Ecco, tiè!! Imperatori della roba grossa.
Ma due spicci per quello studio famoso, ci farebbero sempre comodo, non sia mai. Capito Mencarò?
E allora, uniti in un sol grido cantiamo, “Uscia Uscia, andiam tutti nella Tuscia”. E che Dio ci perdoni, sempre che se po fà!
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