I toni trionfalistici con cui il Ministro Salvini ha annunciato la decisione di localizzare la nuova stazione dell’Alta Velocità ferroviaria nella bassa Valdichiana, in località Creti, sono nient’altro che l’ennesimo spot elettorale. Inoltre, l’assessore Enrico Melasecche esulta inspiegabilmente, come se tale decisione fosse nell’interesse dell’Umbria e dei suoi cittadini.
A sostenerlo è Joseph Flagiello del Partito Democratico.
Il punto cruciale della questione è trovare una soluzione realmente utile e vantaggiosa per l’Umbria. La “stazione possibile” per la regione dovrà necessariamente emergere da un confronto serio tra le Regioni, le città e lo Stato, volto a trovare soluzioni che rispondano chiaramente agli interessi dell’Umbria.
È indispensabile che tutte le parti coinvolte raggiungano punti di incontro comuni per realizzare concretamente e senza infondati annunci un’infrastruttura di fondamentale importanza, capace di offrire servizi di Alta Velocità e connettere l’Umbria al resto del Paese, in particolare al Nord. Ciò consentirebbe di superare almeno in parte le storiche difficoltà che hanno penalizzato la regione nel settore ferroviario, avviando un riordino serio della mobilità nella nostra regione.
È accettabile che l’unica soluzione per gli umbri sia affrontare il disagio di mettersi in auto, infilarsi in lunghe code e congestionare ulteriormente il traffico locale per poter accedere all’Alta Velocità ferroviaria?
L’improvviso risveglio del Ministro Salvini, a meno di due mesi dalle elezioni regionali, non sembra pertanto offrire concreti spiragli verso la soluzione di una questione fondamentale per il futuro dell’Umbria. Piuttosto, appare come l’ennesima triste operazione di “marketing politico” messa in atto dalla destra in vista delle imminenti consultazioni elettorali.
Se il Ministro fosse stato realmente interessato alla soluzione del problema, analogamente a quanto purtroppo non è accaduto per il tratto umbro della Orte-Falconara, avrebbe potuto inserire opere per l’Umbria tra quelle finanziabili nell’ambito del PNRR o nel Contratto di Programma RFI/MIT e non solo annunciare percorsi incerti e osteggiati prima di tutto dalla Toscana stessa. Cosa che, puntualmente, non è avvenuta.
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